L'aguzzino delle Fosse Ardeatine se ne è andato a pochi mesi di distanza dal suo centesimo compleanno. È morto a Roma l'ex Ss Erich Priebke noto per essere stato condannato all'ergastolo come uno degli esecutori della strage delle Fosse Ardeatine, in cui morirono 335 tra civili e militari. La notizia della sua morte è stata comunicata alla stampa dal suo legale Paolo Giachini che ha anche annunciato che Priebke "un ultimo lascito", che consiste in "una intervista scritta e un video, testamento umano e politico".
Priebke nacque ad Hennigsdorf il 29luglio 1913. Militare tedesco, capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale in Italia, Aderì al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi quando aveva 20 anni. Nel 1942 divenne capo della sezione di Brescia della Gestapo. L'anno dopo era già nella Capitale, sotto il comando di Herbert Kappler. Dopo l’attacco partigiano che i Gruppi d’azione patriottica misero a segno contro il battaglione Bozen in via Rasella a Roma, il 23 marzo 1944, Kappler lo coinvolse nel piano di organizzazione delle esecuzioni dei 335 ostaggi per vendicare i 33 morti tedeschi. Un eccidio che avvenne il giorno successivo alle Fosse Ardeatine, nelle cave di pozzolana situate due chilometri oltre Porta San Sebastiano. Con un colpo alla nuca vennero uccisi, in ciqnque ore di sangue e follia, 335 persone. Una carneficina senza pari. Dopo la guerra, la fuga. Priebke si rifugiò a San Carlos de Bariloche, un paesino ai piedi delle Ande, riuscendo a sfuggire al Processo di Norimberga, e, anche se i servizi segreti israeliani per molto tempo gli diedero la caccia, non fu mai scoperto. Fino al 1994, quando un membro del Centro Simon Wiesenthal lo riconobbe e ne segnalò la presenza alle autorità argentine, che lo credevano morto da tempo. Nel 1995 Priebke fu estradato in Italia e accusato di aver partecipato all’organizzazione dell’eccidio delle fosse Ardeatine.
Processato, fu dichiarato colpevole di omicidio plurimo dal Tribunale militare di Roma: tuttavia non fu condannato a causa della prescrizione del reato e per la concessione delle attenuanti. Successivamente la Corte di Cassazione annullò quella sentenza, rendendo così obbligatorie nuove udienze per Priebke. Nel marzo del 1998, la Corte d’Appello lo condannò all’ergastolo, insieme all’altro ex ufficiale delle SS Karl Haas. La sentenza, seppur confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione, venne commutata in arresti domiciliari a causa dell’età avanzata dell’imputato. Nel 2009 ha ottenuto il permesso di uscire di casa per fare la spesa, andare a messa e in farmacia.
Cento anni in cui l'ex ufficiale non si è mai pentito, sostenendo sempre di aver solo eseguto gli ordini. Piero Terracina, è uno degli ultimi reduci italiani al campo di sterminio di Auschwitz, un sopravvissuto all’orrore nazista di cui il "boia" Erich Priebke faceva parte, eppure dice di non avere "nè pietà nè gioia" in relazione alla morte dell’ex SS: "Non gioisco della morte di nessuno, spero che faccia i conti nella sede opportuna, quella predicata dalle religioni. Non ha scontato in vita e mi rammarico che non si sia mai pentito". "Rispettiamo la persona di fronte alla morte ma non possiamo dimenticare le vittime delle fosse Ardeatine. Erich Priebke è stato un criminale, al servizio di una dittatura sanguinaria", ha commentato il presidente dell'Anpi Carlo Smuraglia.
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