Ecco perché i carabinieri non spararono mai a Igor

Il retroscena: per tre volte "Igor il russo" sfuggì ai carabinieri: "Non c'erano le condizioni per sparare senza rischiare conseguenze"

Ecco perché i carabinieri non spararono mai a Igor

Per ben tre volte i carabinieri hanno avuto a tiro Norbert Feher, alias Igor "il russo" Vaclavic, ma non hanno sparato perché "non c'erano le condizioni".

Come racconta il Resto del Carlino citando la Nuova Ferrara, infatti, il retroscena emerge dall'annotazione di polizia giudiziaria firmata all’una di notte dai tre carabinieri che l'8 aprile scorso incrociarono l'uomo a Molinella (Ferrara) dopo che aveva ucciso per la seconda volta.

Per i militari - che erano in borghese e con un'auto di copertura - si rischiavano troppe conseguenze e per questo si limitarono a tenere d’occhio il Fiorino rubato, in attesa di rinforzi. Lui prima li abbagliò con i fari, poi scese e si avviò verso il bosco, portando con se uno zaino militare.

"Durante le fasi di avvicinamento del soggetto non è stato in alcun modo possibile attingerlo mediante l’utilizzo delle armi in dotazione in quanto i militari operanti non erano in alcun modo in posizione favorevole da poter ottenere un risultato senza ulteriori conseguenze per la loro incolumità", si legge nel rapporto, "Per cui, stante alle disposizioni e alle circostanze di tempo e di luogo, l’unica azione plausibile al momento era

quella di porre un’attenta osservazione in sicurezza".

Da allora nessuno lo ha più visto: l'area in cui si è nascosto è stata cinturata ed è scattata una caccia all'uomo senza sosta, ma di Igor non c'è più traccia.

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