"Elena Ceste non è stata uccisa, ho le prove". A affermarlo è Ursula Franco, il medico chirurgo consulente dei difensori di Michele Buoninconti, il marito della donna scomparsa da casa ad Asti il 24 gennaio 2014 ritrovata morta nel mese di ottobre. In una intervista a Il Tempo la donna sostiene ci siano sufficienti informazioni per dimostrare che quello di Elena sia stato un allontanamento volontario.
La consulente spiega che l'aver ritrovato il corpo della donna così vicino alla sua abitazione avrebbe un senso ben preciso. Se Michele avesse ucciso Elena al suo ritorno dal paese, come sostiene l'accusa, prima di dare l'allarme, egli avrebbe potuto prendersi tutto il tempo possibile, almeno fino al ritorno dei bambini dalla scuola. "Non si spiega quindi perché il Buoninconti non avrebbe occultato realmente il cadavere ma lo avrebbe piuttosto ingenuamente lasciato in un luogo vicino a casa dove sapeva che le squadre di ricerca lo avrebbero di sicuro cercato", aggiunge la consulente.
Sempre secondo il perito, la donna soffriva di delirio persecutorio e di psicosi, allucinazioni che spiegherebbero anche i suoi atteggiamenti, come quello di essersi spogliata in giardino in pieno inverno. La tesi sostenuta è che Elena si sarebbe addormentata esausta vicino a casa, morendo poi per assideramento.
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