Elogio di Matera (nonostante i suoi "eventi")

Elogio di Matera (nonostante i suoi "eventi")

Nel 2019 Matera diventerà Capitale europea della cultura dopo aver superato città come Venezia, Ravenna, Lecce, Urbino. Nessuna, a mio giudizio, lo meritava più di Matera, per quanta dignità e controversa bellezza ha recuperato, dopo essere stata il luogo della irredimibile povertà, nella visione di Carlo Levi. Con i suoi sassi, Matera ha conquistato una unicità come Venezia con la sua laguna. E io subito ho pensato a un gemellaggio, come augurio e destino per una città dimenticata del Meridione, risorta a nuova vita tra le fotografie di Mario Cresci e il film di Mel Gibson. Inizia oggi «l'annus mirabilis». Con il Sud, l'Italia cresce, e il NY Times vota Matera e Palermo nella top 5 delle città da visitare. C'è un però: alla lettura delle proposte, si avverte il rischio del modesto e del provinciale. Amareggia apprendere che Matera sarà articolata in 5 percorsi turistici dalle denominazioni velleitarie: «futuro remoto», «continuità e rotture», «utopie e distopie», «radici e percorsi», «riflessioni e connessioni». Lasciamo perdere.

Tra i progetti europei, l'«Osservatorio dell'Antropocene», il «Rinascimento Riletto» (con la R maiuscola), «l'arte italiana raccontata con gli occhi del Mediterraneo» (se ne può capire il contenuto, ma non se ne incrociano gli occhi). Finirà. Sarebbe meglio venire a Matera per Matera e basta, usando i finanziamenti per la sua buona manutenzione e lasciando perdere «eventi», da lasciare a un «futuro remoto».

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