Ha fatto una sosta in tribunale prima di andare al poligono di tiro, portando con sé l'arma regolarmente dichiarata. Il motivo? La paura che qualcuno potesse rubargliela, qualora l'avessa lasciata in auto. Ed è così che un libero professionista ultracinquantenne è stato denunciato, in quanto non provvisto del titolo idoneo al possesso della pistola. Una vicenda curiosa avvenuta pochi giorni fa a La Spezia, riportata dal quotidiano La Nazione.
Stando alla ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, l'uomo (un professionista originario di Massa) si sarebbe fermato al palazzo di giustizia della città ligure per depositare un'istanza in cancelleria. Un appuntamento programmato, di fatto: prima di dirigersi verso gli uffici, è passato ovviamente dallo scanner che si trova all'ingresso e sul rullo ha lasciato il proprio zainetto sotto la supervisione di due guardie giurate. Le stesse che non hanno nascosto la sorpresa, subito dopo aver dato un'occhiata a quanto apparso sul monitor: sullo schermo, nascosti nella sacca, si intravedevano un revolver e quattordici proiettili. E hanno immediatamente chiesto spiegazioni al proprietario, una persona oltretutto incensurata e in possesso di regolare porto d'armi.
Quest'ultimo si è giustificato dicendo di aver intenzione di recarsi a sparare, assecondando la propria passione che lo portava a presentarsi periodicamente al poligono non troppo distante dal palazzo. Ha pensato durante il tragitto di fermarsi per lasciarvi il documento messo in preventivo da tempo, cogliendo così due piccioni con una fava visto che il tribunale si trova lungo la strada che avrebbe dovuto compiere per arrivare alla meta. E stando a quanto dichiarato dallo stesso protagonista della storia, non si sarebbe sentito sicuro a lasciare la pistola e le relative cartucce incustodite nella propria macchina: temeva che durante la sua assenza, qualcuno avrebbe potuto forzare la portiera del veicolo e portargliela via, insieme alla borsa e al resto del contenuto.
E ha così pensato bene di portarla con sè mentre entrava nel palazzo. Un'idea che gli è tuttavia costata una denuncia: i vigilantes hanno allertato subito i carabinieri della procura, che lo hanno invitato a seguirlo nei loro uffici.
E dinanzi ai militari dell'Arma, l'uomo ha fornito la propria versione dei fatti, chiarendo quello che si prefigura sulla carta come un equivoco dovuto con tutta probabilità a un'eccessiva leggerezza mostrata da parte sua. Una spiegazione magari plausibile e che ha evitato il peggio, ma che evidentemente non gli è bastata per evitare di essere denunciato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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