"È lui, è il nostro Carlos", questa è la reazione di una madre commossa dopo aver ritrovato il figlio scomparso dopo 20 anni. Ritrovamento furtuito avvenuto grazie a due cercatori di funghi della Maremma.
È la storia di Carlos Sanchez Ortiz De Salazar, medico spagnolo fuggito da casa nel lontano 1996, quando aveva solo 26 anni. Un eremita: nessun contatto con la società, e senza alcuna relazione con altri esseri umani fino a qualche giorno fa. Infatti, è stato trovato da due uomini che lo hanno sorpreso all'interno della sua tenda in una parte molto difficile da raggiungere in un bosco della macchia mediterranea in Maremma. "Sono spagnolo, mi chiamo Carlos e vivo qui da vent’anni. Mi avete riconosciuto ora devo scappare". Queste le parole dello psichiatra, spagnolo fuggito da casa in seguito a una grave depressione, appena i due hanno fotografato il passaporto.
Da quel momento è partita una ricerca che ha anche interessato Penelope, l’associazione dei familiari e degli amici delle persone scomparse e l’omologa spagnola Sos Desaparecidos. Dai social network arriva la conferma dell'identità di Carlos, quel ragazzo nato a Bilbao e dato per morto nel aprile 2013 dalla Administracion de Justicia spagnola di Cazalla de la Sierra, a due passi da Siviglia, luogo di residenza dell'uomo prima di scomparire nel nulla. Dopo l'identificazione avvenuta da parte dei genitori e accolta in maniera molto felice e rispettosa "E’ vivo e per noi questo è importante. Rispetteremo la sua volontà e la sua libertà, però non ci muoveremo da qui sino a quando non lo avremo riabbracciato, sia pure per un attimo". Infatti, grazie ai volontari di Penelope, il papà e la mamma di Carlos sono sbarcati a Fiumicino e accompagnati dal figlio. Purtroppo, non sono riusciti a trovarlo ma ci riproveranno accompagnati dai quei cercatori di funghi che gli hanno regalato la gioia di tornare ad essere genitori. La speranza è l'ultima a morire, si sa, ma il sindaco del paesino di Scarlino, a pochi passi dal bosco, ha qualche dubbio: "Abbiamo fatto un sopralluogo ma dell’eremita non c’era più traccia. Ha portato via parte della sua tenda e chissà se lo troveremo ancora".
"Grazie di averci dato questa speranza che sta alleviando il dramma tremendo che stiamo vivendo", così ha parlato Olga, la sorella del medico. Anche se l'eremita non si troverà, questa famiglia sa che è vivo e che sta bene.
Come abbia fatto tutto questo tempo non si sa, ma secondo alcuni cittadini che lo hanno visto all'opera, è riuscito a sopravvivere grazie a qualche rapida e fugace visita nei centri abitati dove, frugando nei cassonetti, probabilmente, è riuscito a trovare qualcosa di cui nutrirsi.
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