Era stato uno dei piccoli "eroi" dello scuolabus dirottato a Crema nel 2019, applaudito per il suo coraggio e portato come esempio per i coetanei. Ora, a soli tre anni da quel drammatico episodio sventato con il suo aiuto, lo stesso giovane è tornato al centro delle cronache per ben altre circostanze: secondo il giudice, era infatti a capo di una baby gang di minorenni resasi protagonista di comportamenti violenti. Per questo, il 17enne è stato "condannato" restare un anno in comunità con l'esortazione a una condotta riparatoria.
Il 14enne malmenato
Secondo quanto riporta Il Giorno, il ragazzo in questione avrebbe in particolare preso parte a un pestaggio avvenuto lo scorso mese di marzo in un luna park. Il minorenne, assieme ad alcuni coetanei, se la sarebbe presa con un 14enne, che - secondo quanto testimoniato - era stato prima derubato di un cappellino, poi accerchiato e malmenato. "Lo hanno colpito con calci e pugni, picchiandolo selvaggiamente mentre era a terra. Per fortuna qualcuno ha visto cosa accadeva e quindi gli aggressori sono scappati, altrimenti mio figlio sarebbe stato ammazzato di botte", ha affermato il padre della giovane vittima.
L'autobus dirottato e i piccoli eroi
Secondo quanto emerso dalle indagini, il 17enne spedito ora in comunità avrebbe avuto un ruolo da "capo" all'interno della baby gang. E pensare che, nel 2019, il suo nome era stato annoverato tra quelli dei valorosi studenti che erano riusciti a salvare i propri compagni di classe dal folle dirottamento di Ousseynou Sy, l'autista di origini senegalesi condannato in via definitiva il 3 febbraio scorso a 19 anni di reclusione. Mentre l'uomo dirottava l'autobus verso la pista dell'aeroporto di Linate, il ragazzino e alcuni suoi amici erano riusciti a mentenere i nervi saldi e ad avvisare le forze dell'ordine, evitando la tragedia.
La decisione del tribunale
Passato il clamore mediatico per quella vicenda, il 17enne avrebbe però preso una piega assai meno esemplare.
Al termine dell'udienza tenutasi ieri - 20 ottobre - il giudice del tribunale dei minori ha concesso il perdono giudiziario al ragazzo, ma gli ha intimato di restare un altro anno nella comunità che già lo aveva in custodia da qualche mese, invitandolo a una condotta riparatoria da tenere quando rientrerà a casa. "Abbiamo scelto il rito immediato perché è necessario chiudere questa brutta vicenda in fretta", ha spiegato l'avvocato Paolo Sperolini, difensore del ragazzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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