Esplode un focolaio tra i rom: ​allarme fughe dalla zona rossa

Almeno 25 positivi nei palazzi della cominità bulgara di Mondragone. Disposta una mini zona rossa. I video sui social smentiti dalla polizia. Ma i quotidiani parlano di fughe dal lockdown

Esplode un focolaio tra i rom: ​allarme fughe dalla zona rossa

Un focolaio che preoccupa. Venticinque persone già pisitive su 519 tamponi realizzati tra la comunità bulgara di etnia rom di Mondragone, in provincia di Casera. Ne mancano ancora 63 da processare, ma l'obiettivo è quello di arrivare a circa 700 test per controllare tutti i residenti dei palazzi ex Cirio, una "enclave bulgara in centro città", scrive il Mattino, e creare così un cordone sanitario che mantenga Covid-free il resto del centro abitato.

Sono ore complicate quelle che si stanno vivendo in Campania. Tutto inizia quando la scorsa settimana un uomo di origine bulgara viene trovato positivo al coronavirus. Poteva essere un episodio isolato, poi però venerdì scorso anche una donna che ha partorito all'ospedale Sessa Aurunca ha scoperto di aver contratto il virus. Il bambino e i parenti sono risultati tutti negativi, ma il secondo contagio ha fatto scattare l'allarme di allerta. Nei giorni scorsi sono stati fatti alcuni tamponi, trovando alcuni positivi. Poi è partito lo screening di massa. "I positivi - spiegava ieri al Messaggero il sindaco Virgilio Pacifico - andranno al Covid Hospital di Maddaloni, gli altri resteranno a Mondragone e saranno monitorati costantemente. Sappiamo che anche in Bulgaria ci sono focolai, e non è improbabile che i casi di Coronavirus nella comunità bulgara di Mondragone siano dovuti a persone tornate in Italia nei giorni scorsi". Sull'area ieri il presidente Vincenzo De Luca ha disposto una mini "zona rossa" che comprende quattro edifici della cosiddetta area ex Cirio dove si stima che risiedano stabilmente tra le 600 e le 700 persone, molte delle quali di origine straniera. Si sono stanziati in città da un decennio - racconta Il Mattino - sbarcano il lunario lavorando come braccianti nelle campagne del territorio, dell'entroterra massicano e dell'Agro aversano, per pochi euro all'ora e quasi sempre sfruttati dal caporale di turno. Vivono ammassati in decine in pochi metri quadrati, in appartamenti spesso fatiscenti dal punto di vista strutturale e in condizioni igieniche e sanitarie di estremo degrado". A controllare i varchi ci sono carabinieri, vigili e esercito. L'isolamento per ora durerà sette giorni. Poi si vedrà.

Sebbene il direttore generale dell'Asl di Casera, Ferdinando Russo, assicuri che "la situazione per ora è sotto controllo", la vicenda tiene banco sui giornali e sui social. Ieri è apparso sui social un video in cui si vedono alcune persone intente a fare una sorta di "trasloco" con tanto di materassi in spalla. Subito si è diffusa la voce che si trattasse di "fughe" dalla zona rossa, situazione smentita però dalla polizia municipale. Secondo il comandante David Bonuglia gli individui immortalati nel video erano residenti in una strada non coinvolta nel lockdown, dunque avrebbero avuto tutta la libertà di muoversi in strada. Persone sfrattate da proprietari di case dove erano alloggiati fino ad ora.

Tuttavia, secondo il Mattino "sono numerose le segnalazioni di fughe dalla zona rossa con il rischio di diffondere il nuovo virus: tre braccianti e altri 5 residenti sono stati intercettati dalle forze dell’ordine, ed è atteso l’esito dell’esame di laboratorio". Secondo il quotidiano, alcuni residenti sarebbero stati rintracciati nelle abitazioni di conoscenti nelle vie parallele a viale Margherita. Tutti sarebbero stati rintracciati e sottoposti a tampone.

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