È stato condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, ritenuto colpevole dei morti per amianto a Casale Monferrato. Lo ha deciso la corte d'appello di Torino, pronunciando oggi pomeriggio la sentenza del maxi-processo Eternit. L'imprenditore è stato ritenuto responsabile anche per le morti negli stabilimenti di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). Al Comune in provincia di Alessandria andrà un risarcimento di 30,9 milioni di euro, mentre altri 20 saranno pagati alla Regione Piemonte.
Si tratta della più grande causa mai intentata al mondo sul fenomeno dei danni provocati dall’amianto. L'azienda Eternit, infatti, ha continuato a produrre il materiale cancerogeno, nonostante i già risaputi pericoli, fino alla fine degli anni '80, causando la morte di quasi 2mila persone. Insieme a Schmidheiny, era imputato anche il barone belga Louis De Cartier, deceduto nei giorni scorsi a 92 anni e per cui è stato dichiarato il non luogo a procedere.
In primo grado il magnate svizzero era stato condannato a 16 anni di carcere, mentre i pm ne hanno chiesto in appello 20. La sentenza di oggi potrebbe influenzare anche il processo Eternit-bis contro lo stesso Schmidheiny, accusato diomicidio volontario di almeno 200 persone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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