"L'eutanasia è una questione che tutte le nazioni civili devono affrontare, con la quale prima o poi ogni paese deve fare i conti e anche il nostro Parlamento deve dare delle risposte", così Beppino Englaro all'Ansa intervenendo sulla vicenda di Dj Fabo.
La figlia di Beppino, Eluana, è morta nel 2009 dopo uno stato vegetativo lungo 17 anni causato da un grave incidente stradale nel 1992, quando aveva poco più di 21 anni. Subito dopo l'incidente il quadro clinico della ragazza era chiaro: lesioni cerebrali irreversibili. Da allora cominciò la battaglia del padre e della madre perché venisse rispettata la volontà di Eluana, che in più occasioni aveva detto che mai lei avrebbe voluto vivere in quelle condizioni. La battaglia terminò con una sentenza della Cassazione del 2007. Un anno e mezzo dopo, nel febbraio 2009, Eluana venne trasferita da Lecco in una clinica di Udine, dove venne attuato il protocollo terapeutico per "liberare", come ha sempre sostenuto il padre, la giovane donna "dalla condizione in cui l'avevano messa i medici difendendosi che così l'avevano salvata dalla morte".
"Conosco la storia del dj Fabo anche se non ho avuto modo di occuparmene direttamente - spiega Englaro -. So che ha espresso in modo chiaro ed evidente il suo desiderio di morire, ma in Italia, l'eutanasia è ancora un reato, non siamo ancora venuti a capo di tanti diritti fondamentali che riguardano la persona".
Il papà di Eluana ha poi aggiunto: "Quando cominciai quella battaglia, 25 anni fa, c'era il deserto culturale su questo argomento, mi guardavano, ascoltavano come se fossi un pazzo - ricorda Englaro - Ora la situazione è cambiata come dalla notte al giorno, la gente ha molta più sensibilità su temi come l'eutanasia, l'autodeterminazione, il testamento biologico, i cittadini sono avanti, ma sono le istituzioni, è la legge, che tardano a dare risposte e si arriva a decisioni come quella del dj Fabo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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