Per salvare il posto di lavoro ai suoi 250 dipendenti aveva deciso di non pagare le tasse. Una scelta che non è passata inosservata, ma per cui un'imprenditrice è stata premiata dal tribunale di Pavia, che l'ha assolta dall'accusa di evasione fiscale.
L'azienda è la Cipi Holding srl di Sannazzaro de' Burgondi, una ditta che si occupa del settore meccanico e degli impianti petrolchimici. La titolare, per riuscire ad affrontare la crisi economica, senza licenziare i suoi dipendenti ha dovuto compiere una scelta particolare: non pagare le tasse e usare quei soldi per gli stipendi dei tanti imprenditori che operano nella sua ditta. Così, la donna ha dato priorità ai suoi dipendenti, sperando in una successiva soluzione positiva con l'Erario.
Poi, però, l'azienda era finita al centro di un'indagine della guardia di finanza, che aveva passato al setaccio i conti e le spese della ditta. Così, le fiamme gialle avevano scoperto che dal 2011 al 2015 non erano state pagate allo Stato Iva e ritenute: il totale dell'ammanco ammontava a 3,5 milioni di euro. Un buco milionario causato dalla crisi economica e dalla volontà di tutelare e sostenere i propri dipendenti. "L’azienda è entrata in una crisi stringente- ha detto al Corriere della Sera l'avvocato difensore della Cipo Holding srl- i volumi di fatturato non erano più quelli del florido mercato, e l'imprenditrice si è trovata ad un bivio: scegliere se pagare dipendenti e fornitori, oppure pagare le tasse".
Nel 2017 si erano concluse le indagini dei finanzieri ed era scattato il sequestro dei beni e il blocco dei conti. Da lì era iniziato il percorso giudiziario dell'imprenditrice, finito con due sentenze del tribunale di Pavia, emesse il 12 e il 18 novembre di quest'anno. Il giudice ha accolto la tesi della difesa, secondo cui "se l’imprenditore favorisce la continuità lavorativa e salvaguarda i dipendenti, adempie al proprio dovere, quindi non è punibile per l’omissione delle imposte". Il tribunale di Pavia, infatti, ha escuso "la punibilità dell’imprenditore che ometta il versamento di imposte regolarmente dichiarate e liquidate al solo scopo di garantire la continuità aziendale e, in un momento di crisi economica quale quello attuale, nell’intento di preservare posti di lavoro, continuando a garantirne la retribuzione". Insieme alla non punibilità, i giudici hanno disposto anche il dissequestro dei beni e dei conti dell'azienda e della titolare.
"La sentenza del giudice è in linea con i più recenti orientamenti della giurisprudenza della Corte di Cassazione", ha commentato l'avvocato difensore.La sentenza del tribunale, che si prepara a fare storia, ha stabilito quindi che non è reato non pagare le tasse per salvare i posti di lavoro.
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