Un chirurgo che lavorava in sala operatoria da quindici anni, e che era anche a capo dell'equipe di Ortopedia all'ospedale San Giacomo, in realtà era un impostore che non aveva neanche la laurea in Medicina. A scoprire le carte è stato un intervento chirurgico che sarebbe dovuto essere di semplice esecuzione, che ha invece portato alla paralisi alla mano del paziente sotto i ferri. Oltre alla causa per il risarcimento è stata avviata anche una inchiesta da parte della compagnia assicuratrice. Come riportato da Il Messaggero, il responsabile si è recato dai carabinieri per autodenunciarsi: ha infatti confessato di non aver mai conseguito la laurea e di non essere iscritto all’albo. Intanto il poveretto capitato in mano all’impostore è stato risarcito dalla Asl Roma 1.
L'operazione andata male
Nei giorni scorsi, dopo diversi anni dalla vicenda, la Corte dei conti ha disposto che il finto medico paghi all'azienda sanitaria che ha turlupinato la bellezza di 128mila euro. Il finto chirurgo è stato scoperto in seguito a una operazione chirurgica, andata male, che avrebbe dovuto curare una frattura. Dopo l’intervento il paziente aveva avuto una “totale impotenza funzionale della mano destra”, come si legge nella sentenza. Nel corso della causa civile era stata rilevata “una insufficiente o erronea preparazione teorica e pratica nell'affrontare l'intervento chirurgico”, il consulente tecnico aveva anche evidenziato che c'era stato “un accesso chirurgico non previsto nel trattamento delle fratture del terzo prossimale della diafisi”. Come se tutto questo non bastasse, si erano sollevati dubbi anche riguardo il posizionamento della placca e delle viti sul radio. A fronte di tutto ciò era stata sentenziata la colpa grave del sanitario. La sentenza è stata poi confermata anche nel 2018, al termine del processo di appello. L'azienda era quindi stata condannata a pagare 128mila euro.
Si è autodenunciato
Proprio durante l’iter giudiziario il medico aveva presentato le proprie dimissioni all’ospedale e si era recato dai carabinieri per autodenunciarsi. Per questo motivo si era verificata di conseguenza la decadenza delle coperture assicurative per l'azienda sanitaria e dell'ospedale. Si legge nella sentenza che dagli atti dei giudizi civili è emersa“la macroscopica imperizia che ha caratterizzato l'operato, dovuta alla mancanza dell'alta qualificazione professionale che serve per esercitare la professione medica”. Il falso chirurgo ha nascosto per più di 15 anni all’azienda ospedaliera, ai suoi colleghi e ai pazienti la sua reale qualificazione. L’uomo, quando metteva piede in sala operatoria, accettava il rischio“che i suoi abusivi interventi chirurgici, peraltro realizzati in una branca particolarmente rischiosa, potessero danneggiare la salute dei pazienti”. A rimetterci è stato proprio l’ultimo paziente.
L’imbroglione avrebbe agito con dolo, dal momento che era ben consapevole di non avere né i titoli necessari né la competenza per poter operare. Nella sentenza viene evidenziato che la percentuale di probabilità che prima o poi si verificassero incidenti era molto alta. La stessa convinzione era stata sottolineata anche dai consulenti nell'ambito della causa civile. Per giustificarsi l’impostore aveva detto di non aver agito da solo durante l’intervento chirurgico andato male.
Ma questo non è servito per migliorare la sua situazione infatti, secondo i magistrati non avrebbero nessuna responsabilità gli altri due membri dell’equipe medica presenti in sala operatoria. Il primo e il secondo aiuto non avevano specifiche competenze in materia ortopedica e non erano a conoscenza delle reali qualificazioni professionali del falso chirurgo.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.