"Fanno ammalare di Vitt...". E i vaccini finiscono nel mirino

La Vitt è la nuova sindrome tromboembolica riscontrata nei rari casi documentati dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca e, da pochi giorni, anche con J&J. Una cura c'è ma va presa in tempo: ecco qual è la nuova strategia

"Fanno ammalare di Vitt...". E i vaccini finiscono nel mirino

Inutile girarci attorno: a tener banco, in questi giorni, ancor più della vaccinazione stessa sono i rari ma gravissimi casi di trombosi riscontrati in giro per il mondo alcuni giorni dopo la somministrazione con AstraZeneca per la quale le agenzie regolatorie hanno cambiato e ricambiato più volte il piano vaccinale. Ed i vaccini, così, finiscono nel mirino.

Maggiori evidenze dagli studi

L'identikit è ormai chiaro: sono soprattutto donne di età compresa tra i 20 e i 55 anni che, dopo la vaccinazione con AstraZeneca, hanno sviluppato un quadro clinico complesso caratterizzato da una diminuzione delle piastrine e trombosi venose in vari siti, compreso il cervello. Due studi appena pubblicati sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine provano a fare un po' di chiarezza. I pazienti presi in esame sono stati 11, di cui 9 donne, con un'età media di 36 anni (range da 22 a 49). A partire da 5 a 16 giorni dopo la vaccinazione, i pazienti hanno presentato uno o più eventi trombotici ad eccezione di un paziente che ha presentato un'emorragia intracranica fatale. "La vaccinazione con ChAdOx1 nCov-19 (nome tecnico di Astrazeneca, ndr) può provocare il raro sviluppo di trombocitopenia trombotica immunitaria mediata da anticorpi attivatori delle piastrine contro PF4, che imita clinicamente la trombocitopenia autoimmune indotta da eparina", scrivono i ricercatori.

Cos'è la "Vitt"

La Trombocitopenia trombotica immune indotta da vaccino (Vitt è l’acronimo inglese), così come scritto dagli studiosi, è la nuova sindrome causata dal vaccino ad adenovirus di AstraZeneca. "Ad oggi, questa reazione è stata segnalata solo con il vaccino ChAdOx1 nCov-19, che è stato utilizzato in circa il 25% dei soggetti vaccinati in Germania e nel 30% di quelli in Austria", si legge nello studio. Ma quali sono i sintomi che fanno presagire ad un aggravamento del quadro clinico? Difficoltà respiratoria, dolore al petto, forte mal di testa, dolore addominale persistente, vista offuscata, vertigini e comparsa spontanea di lividi compaiono da cinque a 20 giorni dopo la vaccinazione e correlano con la produzione di anticorpi contro un normale componente del nostro organismo, una proteina prodotta dalle piastrine che si chiama FP4. Come si legge sul Corriere, questi auto-anticorpi patologici si legano a FP4, attivano le piastrine e provocano una catena di eventi che portano alla trombosi.

Come si cura

Per fortuna, però, una cura specifica c'è: infusione di immunoglobuline ed anticoagulanti non eparinici. L’Italia, da questo punto di vista, è stata leader nell'identificazione precoce delle complicazioni post-vaccino ed i vari trattamenti. Un gruppo di esperti in coagulazione diretti dalla professoressa Rossella Marcucci dell’Università di Firenze, ha identificato uno dei primi casi italiani di Vitt grazie a particolari saggi di attivazione piastrinica sviluppati appositamente che hanno permesso di mettere a punto una strategia terapeutuca ad hoc. Adesso, però, medici ed ospedali dovranno ricevere indicazioni precise su come riconoscere e curare questa sindrome e bloccare tempestivamente gli eventuali casi rari di trombosi post-vaccino. Dal momento che gli eventi avversi sono stati sempre riscontrati su popolazione giovane, la raccomandazione di Ema ed Aifa è di limitare l'uso di AstraZeneca alle categorie Over 60.

Vitt anche in J&J?

La preoccupazione, adesso, è per il vaccino monodose di Johnson&Johnson, tempestivamente bloccato dall'Fda americana e, con effetto domino, anche in Europa e Italia dopo alcuni casi di trombosi atipica in seguito alla somministrazione (sei casi su 7 milioni di persone, tutte al di sotto dei 50 anni. I due vaccini sono accomunati dal vettore adenovirale, probabile causa scatenante degli eventi avversi che hanno in comune. Intanto, la casa farmaceutica statunitense sta esaminando tutte le segnalazioni di eventi avversi associati al suo vaccino per appurare se esistono casi di trombosi. Lo ha detto il Dott. Aran Maree, direttore medico per i prodotti farmaceutici presso il ramo dell'azienda che produce il vaccino Janssen, il preparato di J&J. "Vorrei ribadire che, sulla base dei dati attuali, si ritiene che il bilancio rischi-benefici complessivo per il nostro vaccino sia positivo per la popolazione per la quale è autorizzato", ha detto Maree. "Sosteniamo fortemente la consapevolezza sulla sintomatologia di questo evento molto raro, nonchè raccomandazioni per garantire la corretta diagnosi, trattamento e segnalazione da parte degli operatori sanitari", ha aggiunto. Tra le ipotesi, come accaduto con AstraZeneca, si sta pensando di modificare la guida sull'uso del vaccino e circoscriverlo soltanto ad alcune fasce d'età. Lo stesso pensiero è stato espresso dal Prof. Galli questa mattina.

"Circoscrivere i limiti all'uso dei vaccini"

"Questo tipo di problematiche", ossia le trombosi rare segnalate dopo la somministrazione dei vaccini anti-Covid di AstraZeneca e Janssen (Johnson&Johnson), "si sono viste soprattutto nel sesso femminile e soprattutto in una fascia d'età. In fase prudenziale escludiamo quelle fasce, perché allargando la prudenza avremo un rallentamento" delle immunizzazioni che causerà più infezioni e più morti, e che "ci costringerà a rallentare le aperture", ha affermato l'infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano, intervenuto alla trasmissione Agorà. Il Prof.

Galli auspica limitazioni molto precise se questi eventi tromboembolici rari riguardassero soltanto "una particolare fascia d'età e soprattutto il sesso femminile" per evitare di mandare a monte il processo di vaccinazione e limitare tutte le aperture che un rallentamento, in questo momento, comporterebbe.

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