È il 18 maggio la data cruciale della fase 2. Dopo il riavvio di fabbriche, cantieri e uffici, ora potrebbe essere la volta dei bar, ristoranti e parrucchieri ancora chiusi dal lockdown proclamato dal Governo con il Dpcm 8 marzo recante 'urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19'.
Bar e ristoranti verso riapertura
A quanto pare, anche i proprietari delle piccole attività di ristoro potrebbero riaprire bottega. A confermare la notizia di una probabile ripartenza è il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia che, a fronte di un trend positivo della curva epidemiologica, demanda l'approvazione delle linee guida all'Inail. "Tra il 14 e il 15 maggio - dice Boccia - arriveranno le linee guida su estetisti e parrucchieri e il 18 pensiamo che potranno cominciare ad aprire. In base ai nostri dati e al nostro monitoraggio qualcosa può riaprire anche prima la data del primo giugno. Escludo che possano aprire prima del 18 maggio, ma da quel giorno - ribadisce - è probabile che alcuni esercizi possano ripartire".
Dunque, salvo imprevisti e in attesa di conferme ufficiali, il re-start è fissato alla terza settimana di maggio. ll discorso - fanno sapere fonti vicine al ministro - si può estendere a bar e ristoranti, ai cui titolari Boccia lancia un appello al rispetto delle norme: "Sono uno dei simboli di un certo modo di essere italiani: noi, come governo, ci siamo, stiamo lavorando per metterli in sicurezza e consentire loro di riaprire senza rischi. Le misure che abbiamo messo in campo negli ultimi 35-40 giorni - aggiunge il ministro - sono un'assoluta novità per il nostro Paese. Il Paese con tantissimi sacrifici sta cercando di superare una grave emergenza sanitaria e oggi i dati sono rincuoranti, per questo serve ancora tanto senso di responsabilità. Ora stiamo lavorando su bar, ristoranti e parrucchieri, ma bisogna aspettare le linee guida dell'Inali per consentire loro di operare in sicurezza, perché sono attività a rischio di contatto fisico".
Parrucchieri
Dopo una lunga e spasmodica attesa, parrucchieri, barbieri ed estetiste - circa 30mila operatori di categoria su tutto il territorio nazionale - potrebbero ritornare a lavorare prima di giugno. Dunque, le pressioni esercitate dai gestori dei piccoli saloni di bellezza, attraverso canali istituzionali, pare abbiano sortito gli effetti sperati. In molti, durante queste settimane, avevano contestato le scelte governative chiedendo una riapertura anticipata al 18 maggio in quelle Regioni dove la diffusione dell'epidemia è stata di dimensioni più contenute. La mobilitazione è partita dall'Associazione Giustitalia che ha avviato una lunga sequenza di ricorsi al Tar di Roma. "Stiamo spingendo per ripartire dal 18 maggio, sanificando più spesso i locali, usando mascherine, guanti, cose che si facevano già - spiega Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia in un'intervista al Corriere della Sera - ma che d’ora in avanti saranno intensificate. Si procederà solo su appuntamento, apertura 7 giorni su 7, con un orario prolungato di 18 ore per non lasciare a casa nessun lavoratore. E poi ovviamente distanza di due metri tra una persona e l’altra".
Stando alle ultime proiezioni, la chiusura avrebbe causato circa 1,5 miliardi di perdite nel Pil nazionale, una ferita che rischia di trasformarsi in un solco profondo e insanabile per l'economia nostrana. Per di più, è probabile che il 25% dei saloni, quelli più piccoli e finaziariamente instabile, non riapriranno. Non è un dato trascurabile, infatti, che il 90% di queste attività sia costituito da piccolissime unità, con mediamente 2 persone occupate, capaci di generare fatturati appena sufficienti a garantire la gestione giornaliera dell’esercizio e a sfamare un intero nucleo familiare. Insomma, la posta in gioco è davvero molto alta.
Conte verso l'okei per i negozi
Anche da Palazzo giungono segnali di 'apertura' circa la fine dello stringentissimo lockdown per i parrucchieri. "Dal Governo non c’è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo". Così Giuseppe Conte sulla vendita al dettaglio e gli esercizi commerciali, nell’incontro con Rete Imprese Italia. "Se c’è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori", ha aggiunto.
Una conferma ulteriore da parte del premier che, in una intervista rilasciata alle pagine del Fatto Quotidiano, aveva già manifestato la volontà di trovare un accordo con gli imprenditori di categoria: "In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività, si potrà decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchieri ma anche teatri". Dunque, non resta solo che attendere l'ufficialità.
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