Cosa ha fatto Federica dopo aver lasciato il fidanzato? Soprattutto, con chi ha trascorso il resto della “notte delle streghe” sul lago di Bracciano? Quelle croci, poi, infilzate a terra in un locale vicino che non escludono nulla. Si infittisce il giallo della ragazza del lago, la sedicenne trovata cadavere ieri mattina dopo aver trascorso la sera di Halloween con il ragazzo e alcune amiche. Le stesse che erano uscite con Federica per raggiungere il lungolago di Vigna di Valle, distante dalla cittadina lacustre alcuni chilometri.
Qui, in uno dei locali aperti fuori stagione, Federica avrebbe partecipato a un “ghost party” dei tanti, bevuto e mangiato fino al momento di salutare il 18enne. Successivamente il vuoto assoluto: un buco di almeno 4 ore, dalla mezzanotte passata alle cinque del mattino, l’ora del decesso secondo il medico legale, in cui Federica avrebbe perso conoscenza fino all’arresto cardiocircolatorio. Era ancora in compagnia degli “amici” quando è accaduto oppure era sola? Queste le domande che da ore assillano i genitori della poveretta che non si danno pace.
“Non sappiamo ancora se la vittima possa avere acqua nei polmoni - spiega il colonnello dei carabinieri Giovanni Adamo, comandante del Gruppo Ostia -, lo potrà chiarire solo l’esame autoptico. Certo è che la ragazza non ha alcun segno di violenza sul corpo”. La posizione innaturale, scomposta, lungo la battigia al momento del ritrovamento avrebbe fatto pensare alla frattura di un braccio e avanzare altre ipotesi. Da escludere la pista del suicidio: oltre all’assenza di biglietti o messaggi in rete, Federica, bionda di capelli e occhi azzurri, era una ragazza solare, sempre allegra nonostante non avesse vissuto al meglio la separazione dei genitori e portasse con sé i problemi tipici dell’adolescenza. Che Federica, uscita dal locale per salutare il fidanzatino che andava via, abbia incontrato qualcuno che l’avrebbe convinta a restare in spiaggia? Il freddo, la pioggia battente, poi, avrebbero fatto il resto, ovvero provocato un malore, una congestione violenta e improvvisa, tanto da spaventare la persona, o le persone, che erano con lei. E con la paura, il panico fino alla vigliaccheria.
“Sarebbe bastato telefonare ai carabinieri o al 118 - commentano sulla spiaggia accanto al ristorante La Vela -, non si lascia sola una ragazza che si sente male, anche se si è presa chissà cosa”. Saranno proprio gli esami tossicologici, eseguiti all’Istituto di Medicina legale dell’Umberto I di Roma, a chiarire ogni dubbio degli inquirenti sulle cause della morte. Proseguono, intanto, gli interrogatori di amici e conoscenti alla ricerca della verità. “Il racconto del fidanzato è compatibile con le altre testimonianze” conclude il colonnello Adamo.
In attesa dei risultati dell’autopsia resta il mistero fitto di quel corpo di ragazzina sbattuto dall’acqua limacciosa di un lago, quello di Bracciano, tristemente famoso per non aver mai restituito i corpi degli annegati.
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