Fermo, la vedova smentita dai verbali ha già ottenuto l'asilo

Chiniary Nnamdi ha ottenuto l'asilo politico dopo la morte di Emmanuel a Fermo. Intanto continuano le indagini per ricostruire la vera dinamica dei fatti

Fermo, la vedova smentita dai verbali ha già ottenuto l'asilo

La commissione territoriale che decide sulla concessione del diritto di asilo ai migranti ha concesso a Chiniary Nnamdi lo status di rifugiata. La notifica del provevdimento è stato consegnato due giorni fa alla vedova di Emmanuel, il nigeriano morto a Fermo dopo la lite con Amedeo Mancini.

Il documento che ora le permetterà di rimanere in Italia è arrivato nel seminario arcivescovile dove la donna è ospitata. Subito dopo la morte del nigeriano, il ministro dell'Interno Angelino Alfano aveva detto che Chiniary avrebbe ottenuto l'asilo e sulla stessa linea si erano espressi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quella della Camera Laura Boldrini. Due giorni fa, quindi, l'ufficialità.

Secondo quanto appreso, la coppia aveva già sostenuto l'esame di fronte alla commissione, dopo la fuga da Boko Haram e l'arrivo in Italia attraverso la Libia. Un viaggio in cui la vedova di Emmanuel avrebbe anche perso un bimbo.

Le indagini sulla morte di Emmanuel a Fermo

Sulla vicenda, intanto, la procura continua ad indagare. Sono molti i fattori che devono ancora essere chiariti. In particolare, bisogna chiarire i punti che non tornano sulla ricostruzione fornita dalla vedova. Alcuni giorni fa il Corriere aveva riportato la notizia secondo cui Chiniary avrebbe ritrattato la sua versione, ammettendo che ad usare il cartello stradale sarebbe stato suo marito. Secondo il procuratore Domenico Seccia e secondo i legali della donna, però, la "notizia sarebbe falsa". La donna, insomma, non avrebbe "mai cambiato idea, non ha smentito le circostanze già raccontate dinanzi agli inquirenti".

Eppure ci sono sei testimoni che confermano la tesi sostenuta invece dall'avvocato di Amedeo Mancini, l'ultrà accusato di omicidio preterintenzionale e attualmente detenuto in carcere. In particolare, un testimone afferma di aver visto Chiniary iniziare per prima la rissa. Mentre gli altri assicurano che Mancini si sarebbe solo difeso da una aggressione da parte dei due nigeriani.

I contorni della vicenda rimangono ancora molti confusi.

Solo la procura potrà stabilire la verità processuale. Di certo, il gip di Fermo quando ha dovuto decidere sulla scarcerazione dell'ultrà fermano non ha ritenuto attendibile il racconto della vedova, mentre anche la Procura considera tutti i testimoni credibili.

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