A quattro anni dal terremoto che ha sconvolto l'Emilia nel 2012, finalmente Franco Bastia e sua moglie Giancarla possono lasciare il container e tornare nella loro casa di Cento (Ferrara), ristrutturata anche grazie a 520mila euro di fondi pubblici per la ricostruzione. Ma la gioia è stata seguita da una amara sorpresa: l'edificio si trova nel terreno individuato per la costruzione della nuova autostrada Cispadana che collegherà Ferrara con il Brennero.
E così i due si vedranno espropriare casa e terreno. Certo, a fronte di un rimborso - con soldi pubblici, ovviamente - che aggiunge al danno la beffa. "Nemmeno il tempo di festeggiare", ha raccontato il signor Franco al FattoQuotidiano, "Ma io mi chiedo: vi pare giusto che due persone di 65 anni debbano subire per la seconda volta, oltre al terremoto, un disagio del genere? Questa storia comporterà un enorme spreco di soldi pubblici. Bastava che il Comune di Cento ci avesse delocalizzati ai tempi della ricostruzione e noi avremmo costruito da un’altra parte".
A puntare il dito contro Comune e Regione è la Lega Nord, che ha portato il caso in Consiglio regionale. "Comune e Regione non potevano non sapere, di tracciati si parla dal 2011", dice il capogruppo Alan Rizzi, "Sono fatti di gravità inaudita, il disagio e il dolore di Bastia pesano sulla coscienza del Pd. Delle scuse sarebbero doverose. Oltre al danno al cittadino assistiamo a un enorme spreco di denaro pubblico. L'operazione rischia di mandare a monte oltre 1 mln di denari pubblici".
"Colpa di qualche burocrate a Roma che pensando di essere il più intelligente di tutti, ha tracciato una linea nell’unica fetta di territorio non vincolata a livello paesaggistico, senza accorgersi che stava passando sopra alle abitazioni", denuncia però il sindaco di Cento annunciando ricorso al Tar, "Il dramma è che il consiglio dei ministri, per sbloccare l’opera, si è
espresso su quest’ultima soluzione. Che non solo mette a rischio decine di case, ma passa a 300 metri dall’asilo nido che stiamo costruendo. È folle, ma non credo sia una decisione politica. È colpa della burocrazia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.