Ferrovie Sud Est, non bastano i fondi della legge di stabilità

Con il commissariamento delle Ferrovie Sud Est, la più grande ferrovia del Sud Italia, si scopre un disastro economico che neanche la legge di stabilità riesce a risanare.

Ferrovie Sud Est, non bastano i fondi della legge di stabilità

Le Ferrovie Sud Est, la società di trasporto su binari e gomma che abbraccia le province di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce (più della metà del territorio pugliese) continuano ad essere un pozzo senza fondo. Con il commissariamento straordinario, spulciando i conti, si scopre la portata di un disastro economico più ampio del previsto. ll commissario Andrea Viero ha informato i dirigenti del ministero delle Infrastrutture che i 70 milioni erogati dalla legge di stabilità, per uscire dalla liquidazione, non bastano. Ne servono 58 in più. Ma quelle somme, al momento, non possono essere erogate a causa del pignoramento di beni della società in corso.
Le Ferrovie Sud-Est non possono, quindi, accedere ai 70 milioni di contributo straordinario perché i creditori hanno agito sul suo patrimonio, paralizzando i sui conti della più grande ferrovia del Sud Italia. Presente da più di settant'anni sul territorio pugliese, la società ha numeri importanti: 17 milioni di passeggeri l'anno che usufruiscono dei servizi lungo 474 chilometri di linee ferroviarie in quattro province pugliesi (Bari, Taranto, Brindisi e Lecce) e 130 comuni raggiunti dal servizio automobilistico. Si tratta della più estesa rete di trasporto locale in Italia, ora afflitta da sprechi, carenze, scarsa efficienza. L’ultima decisione spetta al ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio. Ma può il governo, secondo un ragionamento circolato anche sugli organi di stampa regionali, emanare un decreto che disponga lo stop ai pignoramenti per consentire alle Ferrovie Sud-Est di accedere alle risorse messe a disposizione dallo Stato (azionista unico della società)? Se così fosse l'azienda potrebbe trattare con i creditori avendo un'arma a disposizione. Al contrario, ci sarebbe la strada della ristrutturazione del debito, con un piano di rientro da sottoporre ai creditori che prevedrebbe però, inevitabilmente, "lacrime e sangue".
La situazione è certamente ocmplicata perché, ricordiamo, i debiti complessivi della società Sud-Est ammontano ad almeno 310 milioni di euro. Le somme di cui si parla per tappare i buchi di bilancio, 70 milioni di euro più i 58 richiesti dal commissario Viero, se non una goccia nell'oceano, di certo però appaiono solo come una soluzione parziale ai gravissimi problemi del debito.

A questo si aggiunga la necessità di abbassare la soglia dei disservizi: servirebbero autobus nuovi che non vadano continuamente in avaria. Le Ferrovie del Sud-Est hanno bisogno di un nuovo piano industriale e questo si somma al problema finanziario. Delrio riuscirà a risolvere la vera e propria emergenza creatasi, evitando tagli dolorosi?

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