La figlia del carabiniere ucciso da Cianci: "Scandaloso: viene premiato"

Antonio Cianci era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di 3 carabinieri. Lo scorso sabato, mentre era in permesso premio, ha colpito alla gola un anziano

La figlia del carabiniere ucciso da Cianci: "Scandaloso: viene premiato"

Daniela aveva solo sei anni, quando suo padre, appuntato dei carabinieri di Melzo, venne ammazzato da Antonio Cianci nel 1979, mentre si trovava in servizio a un posto di blocco sulla Rivoltana. Insieme a lui, restarono uccisi altri due carabinieri.

Una strage che, già quarant'anni fa, era stata commessa mentre Cianci era in libertà vigilita, dopo un omicidio commesso quando aveva 15 anni. E ora, la storia sembra ripetersi: lo scorso sabato, l'ergastolano in permesso premio, ha accoltellato alla gola un anziano, nel seminterrato dell'ospedale San Raffaele. L'uomo si salverà solamente grazie all'immediato soccorso dei medici nelle vicinanze.

"Sono sconvolta- ha raccontato Daniela Lia al Giorno- Ho rivissuto il dramma che in tutto questo tempo ha distrutto la mia famiglia. Mi sono sentita umiliata dal fatto che un essere ignobile come quello, che ha già ucciso quattro persone, abbia ottenuto un permesso premio". E si chiede: "Che razza di legge è quella che consente a un ergastolano efferato di girare libero? Ha colpito alla gola: voleva di nuovo togliere la vita. Quanti casi servono per capire che non c'è speranza per un malvagio?".

Quarant'anni fa, Antonio Cianci uccise il padre di Daniela, Pietro Lia, insieme al maresciallo Michele Campagnuolo e al militare di leva Federico Tempini. Il dolore di quel giorno, ricorda la donna, non se n'è mai andato: "La sua mancanza è stata per me una condanna all' ergastolo: per noi vale il fine pena mai, non per Cianci, che uccise mio padre e i suoi colleghi mentre era in libertà vigilata per un altro omicidio. Uno scandalo per uno Stato che si dice civile".

La donna ricorda il padre come un uomo "allegro, simpatico, colto, che amava la musica e soprattutto la sua famiglia". E il dolore per una perdita così grande, vissuta da lei all'età di sei anni e dal fratello all'età di 13, "non non si cancella". Quel giorno, la vita della famiglia Lia è stata stravolta: "Mia madre ci è morta. Aveva 37 anni quando si ritrovò da sola con noi. Ha avuto un ictus, io l' ho accudita per dieci anni finché nel 2016 se n'è andata- racconta Daniela- Per mio fratello, allora adolescente, la perdita di papà è stato uno choc terribile dal quale non si è ripreso".

E la notizia del permesso premio dato al killer di suo padre, che ne ha

approfittato per tentare di uccidere un'altra persona, le ha riportato alla memoria quel giorno del 1979: "Sono sconvolta, arrabbiata e disgustata. Non avrei mai più voluto sentire parlare di Cianci".

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