Il caso della compravendita di armi sull'asse Italia-Colombia si arricchisce ogni giorno di nuovi dettagli, soprattutto per quanto riguarda il ruolo di Massimo D'Alema. I contorni della vicenda non sono molto chiari, soprattutto non lo sono in relazione al ruolo dell'ex presidente del Consiglio in questa vicenda. La trattativa che si stava conducendo tra Italia e sud America, che vede come protagonisti anche Fincantieri e Leonardo, prevedeva una vendita di armamenti al governo della Colombia da parte dell'Italia per complessivi 4 miliardi di euro. A occuparsi di questa vicenda in tv è anche Nicola Porro, che nell'ultima puntata di Quarta Repubblica ha mandato in onda una telefonata intercorsa lo scorso 10 febbraio 2022 tra Massimo D'Alema ed Edgar Fierro, conosciuto in Colombia come ex sanguinario paramilitare colombiano, oggi libero, per trattare la vendita.
È importante specificare che Massimo D'Alema in tutta questa storia non ha nessun ruolo ufficiale, perché l'Italia non prevede nessuna figura di mediazione nella compravendita di armi tra governi. E questa è l'unica forma di commercio di questo tipo permesso nel nostro Paese. Ciò significa che nessun soggetto esterno agli apparati governativi può operare in questi scenari e, quindi, ambire a una percentuale economica sulla buona riuscita dello scambio. Tuttavia, l'audio mandato in onda da Quarta Repubblica, quello registrato durante una telefonata tra Edgar Fierro e Massimo D'Alema, lascerebbe intendere un'altra verità.
La trattativa che vedeva impegnato D'Alema sembra fosse ormai avanzata, anche se poi è saltato tutto poco prima della chiusura definitiva dell'affare. "Noi stiamo lavorando perché? Perché siamo stupidi? No, perché siamo convinti che alla fine riceveremo tutti noi 80 milioni di euro. Quindi si può fare un investimento, però non appena noi avremo questi contratti divideremo tutto, sarà diviso tutto. Questo non è un problema", dice Massimo D'Alema nella telefonata mostrata da Quarta Repubblica.
Il quotidiano Libero riporta che, sin dal 15 settembre 2021, la divisione commerciale di Leonardo, di cui il nostro ministero dell'Economia possiede circa il 30%, scriveva a Massimo D'Alema e nei saluti finali si congedava dall'ex premier con una formula particolare: "A presto e a risentirla anche sugli M-346". Gli M-346 sono una classe di aerei da caccia che anche il governo colombiano avrebbe voluto acquistare dal nostro Paese.
La commissione di 80 milioni di euro a cui fa riferimento Massima D'Alema sarebbe passata attraverso uno studio legale americano, il Robert Allen law di Miami, specializzato nel commercio di yacht e jet privati, non sottomarini e aerei da guerra. "È molto importante che la parte colombiana sia rappresentata da una società legale di avvocati. Dev'essere uno studio legale. Perché questo? Per due ragioni. Innanzitutto il contratto tra Robert Allen e la parte colombiana sarà sottoposto al controllo delle autorità degli Stati Uniti d'America, perché Robert Allen è una società americana. La legge americana protegge l'attività legale, il rapporto tra il legale e il suo cliente con il segreto", spiega ancora Massimo D'Alema nella telefonata.
Poi aggiunge: "Vorrei precisare che le autorità americane e gli Stati Uniti hanno un'attenzione particolare a tutte le attività economiche che riguardano i rapporti con la Colombia, perché la Colombia è un Paese, diciamo, sotto attenzione per quanto riguarda il narcotraffico e il riciclaggio di denaro". La figura dello studio Allen di Miami è centrale in questa vicenda. Nell'unica intervista rilasciata da Massimo D'Alema in merito a questa vicenda, concessa al quotidiano la Repubblica, l'ex premier ha dichiarato di non conoscere lo studio Allen, che è stato scelto dai colombiani.
Ma in un servizio mandato in onda da Quarta Repubblica, uno dei due mediatori pugliesi coinvolti nella vicenda, riferisce che quello studio "viene individuato, proposto dal presidente D'Alema, con il placet di tutto il gruppo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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