Un pedofilo che abusa di minori può ottenere sconti di pena. Un uomo responsabile di un omicidio volontario può legittimamente aspirare a una riduzione della pena. Un vecchio di 76 anni, recluso dietro le sbarre per il reato, sentite bene, di «concorso esterno in associazione mafiosa», non ha diritto a benefici penitenziari. Marcirà in carcere fin quando il cuore si stancherà di pulsare. Il destino di Marcello Dell'Utri sembra segnato: così è deciso, l'udienza è tolta. L'ex senatore, affetto da cardiopatia ischemica cronica e ininterrottamente detenuto dal 13 giugno 2014, merita una condanna esemplare. I sette anni di reclusione vanno scontati fino all'ultimo giorno. Concorso esterno in associazione mafiosa, un ircocervo giuridico su cui neppure i giuristi trovano la quadra, una fattispecie che non esiste, non è codificata nel codice penale, ma è frutto della elaborazione giurisprudenziale della Cassazione. Il concorso applicato a un reato associativo come la mafia amplia a dismisura la discrezionalità togata, a scapito della certezza del diritto. Si delineano tre livelli di colpevolezza: c'è chi ha commesso il delitto, chi è associato a chi ha commesso reati e chi invece ha concorso esternamente con gli associati. Un medico che cura un mafioso commette reato? Sarebbe forse più appropriato considerarlo un associato? O piuttosto un concorrente esterno? E che dire del sacerdote cui il mafioso confessa segreti indicibili? E l'avvocato che gli offre consigli per aggirare la legge? Se vi sfugge la sottile differenza tra le diverse condotte, non fatevene un cruccio: ci hanno capito poco pure i magistrati che si barcamenano nell'incertezza del diritto, anticamera dell'arbitrio interpretativo. Si decide di volta in volta, come più aggrada. Per Bruno Contrada la Cassazione ha stabilito tardivamente che la pena, già scontata nei fatti, fosse «improduttiva di effetti» poiché prima del '94 il concorso esterno non era sufficientemente tipizzato. Ciò varrebbe anche per il cofondatore di Forza Italia, dacché i fatti a lui contestati si estendono fino al '92. Si preannunciano dunque nuovi ricorsi in un'odissea giudiziaria senza fine. Gli avvocati sono pronti, la disponibilità del tempo invece non è un fatto scontato.
Per un anziano giudicato incompatibile con il carcere dallo stesso medico di Rebibbia, sulle cui condizioni di salute lo scorso giugno il Garante nazionale dei detenuti ha lanciato un allarme inascoltato, il tempo potrebbe scadere prima che l'ennesima corte togata si riunisca per mescolare diritto e buon senso in una vicenda che ha sete di entrambi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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