Firenze, incendio in un capannone occupato da immigrati

Tragedia nell'ex mobilificio Aiazzone di Sesto Fiorentino occupato da una novantina di immigrati. L'incendio causato da qualche dispositivo usato per scaldarsi

Firenze, incendio in un capannone occupato da immigrati

Una tragedia nell'ex mobilificio Aiazzone di Sesto Fiorentino, cittadina alle porte di Firenze, si trasforma in una protesta senza precedenti contro il governo. L'imponente incendio (guarda il video), scoppiato ieri sera nella struttura abbandonata dove un tempo produceva mobili e dove ora vivono un novantina di immigrati, quasi tutti di origine africana, ha fatto un morto e almeno due feriti. È l'ennesimo dramma di un'immigrazione incontrollata è sfociato in un sit in davanti a Palazzo Strozzi.

Sono ancora sconosciute le cause dell'incendio. Tra le ipotesi quella che sia stato causato da qualcosa che gli immigrati stavano utilizzando per scaldarsi, viste le basse temperature di questi giorni. Al lavoro fino per molte ore le squadre dei vigili del fuoco non sono riuscite a fare nulla per Alì Muse (35 anni), le cui condizioni sono apparse ai soccorritori subito critiche, nonostante i tentativi di salvarlo e la corsa in ospedale. Intossicati, ma in modo non grave altre due persone. Una volta domate le fiamme, tutti gli altri immigrati sono stati ospitati in due tende nella vicina piazza Marconi. Nel corso delle operazioni, e viste le basse temperature che si registrano i questo periodo, la protezione civile ha distribuito coperte, allestendo anche una cucina da campo per la distribuzione di bevande calde.

La struttura di via Avogadro era già nota alle cronache quando, esattamente un anno fa, nel gennaio 2016, le forze dell'ordine erano intervenute per sgomberare la struttura. Si scatenò allora una protesta tra gli immigrati e le forze dell'ordine intervenute. E l'ex mobilificio Aiazzone era ancora occupato fino a ieri. L'ennesima tragedia di una accoglienza senza regole. Anche oggi, dopo che le fiamme sono state spente, gli extracomunitari hanno inscenato una rumorosa protesta. "Alì Muse è morto per colpa dello Stato", si legge sullo striscione sventolato sotto la Prefettura di Firenze. "Vogliamo una vita dignitosa - hanno spiegato i manifestanti a Repubblica - da quindici anni la situazione dei richiedenti asilo somali non è mai stata risolta".

Il centinaio di migranti si è poi diretto a Palazzo Strozzi, occupando il cortile. Nello storico edificio è in corso (fino al 22 gennaio) la mostra "Ai Weiwei. Libero", che propone le opere dell'artista cinese dissidente.

Sulla facciata di Palazzo Strozzi Ai Weiwei per l'occasione ha realizzato una installazione con una ventina di gommoni color arancione per denunciare l'emergenza dei profughi. "Vogliamo una casa e una vita dignitosa", hanno scritto sugli striscioni che accompagna la protesta.

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