Il Mandarin Oriental Ritz di Madrid è considerato uno dei più begli alberghi (se non il più bello) della capitale spagnola. Posto accanto al museo del Prado – a mio giudizio dopo tutto il più interessante dei grandi musei europei anche se non il più celebrato – è stato inaugurato in puro stile Belle Époque nel 1910 per accontentare il desiderio di re Alfonso XIII di avere anche a Madrid un hotel sfarzoso adeguato agli standard delle famiglie reali e di altri visitatori illustri e al livello di quello che lui aveva visto in altre grandi città del Vecchio Continente. Negli ultimi anni l’albergo è stato oggetto di un imponente restauro commissionato dal gruppo Mandarin Oriental, che lo ha acquistato nel 2015, ai designer parigini Gilles&Boissier, ed è tornato al suo antico splendore. Oggi il Mandarin Oriental Ritz di Madrid è un luogo sontuoso ed elegante, arricchito dalle numerose opere d’arte, antiche o contemporanee, che parlano della città e dalla valorizzazione di pezzi iconici come l’emblematica vetrata posta al cento della struttura.
Un vanto – uno dei tanti – della struttura è la consulenza con il grade chef Quique Dacosta, titolare dell’omonimo ristorante di Denia, nella Comunità Valenciana, tre stelle Michelin, che cura l’intera proposta gastronomica che si articola in diversi outlet. L’ammiraglia è il Deessa, due stelle Michelin, che si trova nel magnificente salone Alfonso XII, che guarda sul giardino dell’albergo e nel quale la creatività di Dacosta si manifesta nel modo più sfrenato. I tre menu degustazione, serviti a pranzo e a cena, disegnano percorsi gastronomini straordinari: il “Menù Històrico” (240 euro) è un viaggio tra i piatti iconici dello chef, come il Curry verde mediterraneo di aragosta di Vinaroz alla fiamma e il Riso Albufera morbido con carne, peperoncini rossi cotti al forno a legna.
Il “Menù Contemporaneo” (240 euro) è il più avanguardista e propone tra le altre portate l’Uovo autunnale Ritz con salsa mole alla carruba e Sogliola con beurre blanc al sake invecchiato. In entrambi i casi il percorso da seduti è preceduto da un aperitivo ispirato alla “Aproximaciòn” nel “kitchen table”, momento di condivisione e socialità. Il terzo menu è quanto di più simile alla carta: il cliente può scegliere, tra alcune differenti opzioni appartenenti agli altri due menu, il suo primo, secondo e terzo atto. Il prezzo è di 120 euro e il percorso, ancorché più breve (da qui il nome), è comunque assai coinvolgente.
Chi ha voglia di un’esperienza meno formale può prenotare al Jardin del Ritz, il ristorante all’aperto che lavora solo quando le condizioni meteo lo permettono (in ogni caso è protetto da una specie di gazebo) dove il menu è all’insegna della condivisione e della convivialità. La carta è molto ricca: si va da una serie di snack (notevoli le Crocchette morbide di prosciutto) agli antipasti, dai risi che rappresentano il punto forte di Dacosta all proposte principali di mare e di terra, a dolci magnifici; ma c’è anche un menu degustazione (95 euro con una coppa di Moët&Chandon Brut Imperial, 155 con un intero pairing). Da notare anche la Paella Masterclass (175 euro), che si svolge il sabato e la domenica mattina e si conclude con una degustazione del celebre piatto valenciano.
Terza opzione il Palm Court. E’ il ristorante centrale dell’albergo, aperto quasi tutto il giorno, e propone una ricca carta di piatti tradizionali e internazionali ben fatti: il classico locale da hotel di alto bordo in cui mangiare dal club sandwich all’hamburger fino a una cena come si deve.
Io ci ho mangiato un magnifico Jamòn de bellota 100% ibèrico Torreòn tagliato al coltello e un Riso “all’infrno” coi “carabineros”, che sono dei monumentali gamberoni. Ci sono anche uno Champagne Bar e il magnifico bar Pictura, di cui vi ho già detto lo scorso 19 dicembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.