Una moschea abusiva nascosta una cartoleria dismessa. È la denuncia dei residenti di San jacopino, provincia di Firenze. Tra le mura del negozio, non si vendono più penne e quaderni. La saracinesca abbassata per metà ospirta soltanto il Corano e le preghiere dei fedeli musulmani.
La moschea abusiva
La serranda, come riporta La Nazione, è lasciata semi-abbassata; le vetrine sono ricoperte, apposta per non permettere di vedere cosa accade all'interno, dalla carta da parete. Tra una fessura e l'altra però si riesce a sbiriare nel negozio: l'arrendo è quasi inesistenze fatta eccezione per diversi tappetti sparsi a terra. Usati, probabilmente, per pregare in comodità. Ma il dettaglio che ha richiamato l'attenzione dei residenti è un altro: decine e decine di scarpe lasciate in mezzo alla strada, ordinatamente una accanto all'altra.
Una situazione già vista nella grandi città italiane, ma che preoccupa commercianti e residenti. Diverse le segnalazioni: "Ogni venerdì ci siano delle riunioni di preghiera, senza alcuna formale comunicazione e richiesta di autorizzazioni". Anzi, dicono su La Nazione: "Non accettiamo zone franche dell’illegalità, tanto più in un momento di massima allerta terroristica". La titolare di un negozio di arredamento, poco distante dalla moschea abusiva spiega che "Non abbiamo niente contro queste personema ci vorrebbe più controllo, non vogliamo che San Jacopino, un quartiere già con tanti problemi, si trasformi in un ghetto da cui tenersi lontani".
Il motivo della preoccupazione è chiaro: le gente teme che un quartiere, che ha già i suoi problemi, si infiltrino personaggi loschi, con doppi fini. Il Movimento 5 Stelle con le parole del capogruppo Arianna Xekalos è già sceso all'attacco: "tanno arrivando continue segnalazioni da parte dei cittadini che vogliono capire come sia possibile che in un quartiere con molti problemi, come quello di San Jacopino, si permettano queste cose. Chi è passato di sera per questa via, ha trovato 40 paia di scarpe sul marciapiede, appartenenti a coloro che erano dentro il fondo, a pregare.
Noi non siamo contro una religione piuttosto che un’altra, ma vorremmo che si rispettasse la legalità, sempre e ovunque. Il sindaco Nardella deve attivarsi per trovare un luogo adatto a coloro che vogliono professare la loro religione, e non lasciare che ognuno faccia a modo suo, creando come in questo caso soltanto del caos".
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