Sicurezza, che parola misteriosa. Lo è ancora di più se si pensa all'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma. Meglio noto come "Fiumicino" e basta. Prima il rogo al Terminal 3 che sarebbe partito da un condizionatore portatile e poi, ieri sera, la fuga di tre algerini che poco prima del decollo durante le fasi di rullaggio di un aereo Alitalia che li stava rimpatriando.
E se sull'incendio di pochi giorni fa si sono succeduti dubbi e perplessità, anche per le condizioni generali di sicurezza di uno degli scali più importanti d'Italia, non si può certo stare tranquilli. Da giorni, infatti, l'aeroporto della Capitale è sotto i riflettori di cronache apocalittiche che descrivono una situazione sbandata, ingestibile, di cui nessuno vuole prendersi la resposabilità. Giornate surreali, quelle di una settimana fa, con passeggeri in attesa per ore tra la fuliggine e fumo. Aerei cancellati e tilt totale del sistema. Intere aree sono state interdette per il crollo e altre, nonostante il ripristino delle operazioni, sono praticamente inagibili a causa per l’aria irrespirabile.
Poi, ci si mette anche la fuga dei tre algerini (e non è certo la prima volta che accade) che sta scatenando non poche polemiche proprio sul tema della sicurezza. La Lega a gamba tesa sul governo. "Ennesima dimostrazione che l’Italia è governata in modo tragicomico: la storia dei 3 algerini che dovevano essere espulsi e sono riusciti a fuggire a Fiumicino sembra una barzelletta.
" Di quelle che non fanno ridere, però.Una situazione che somiglia ad un colabrodo. In cui tutti sono a rischio: dipendenti dell'aeroporto, passeggeri e addetti ai lavoro. Resta solo da chiedersi: cosa altro potrebbe accadere?
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