Flop Reddito di cittadinanza. Poche domande e adesso i 5 stelle tremano

Al Sud l'atteso boom di domande per il Reddito di Cittadinanza non c'è stato e adesso i 5 stelle temono di perdere altro consenso elettorale in vista delle elezioni europee

Flop Reddito di cittadinanza. Poche domande e adesso i 5 stelle tremano

L'atteso boom di domande sul Reddito di cittadinanza al Sud non è arrivato e adesso i 5 stelle tremano, perché in vista delle Europee, il Movimento continua a perdere consenso elettorale. Insomma quel boom di possibili richieste per il Reddito, su cui si è costruita buona parte delle fortune dei 5 stelle, è stato sconfessato dai dati. Secondo il report dell'Inps sono più di 670mila le domande finora pervenute agli uffici. A livello regionale, al primo posto c'è la Campania con 118mila domande, seguita dalla Sicilia con 108mila domande, staccata la Lombardia con 65mila, Lazio 61mila, Puglia 59mila, Calabria con 47mila. Via via, tutte le altre regioni italiane.
I numeri in mano al ministro Di Maio però, sembrano diversi. "È un dato importante che rispecchia appieno quanto fosse necessaria e attesa questa misura, abbiamo ascoltato il paese e abbiamo risposto ad una necessità reale dei cittadini. Per le famiglie si avvia un percorso di dignità sociale e di costruzione di un percorso di politica attiva per il lavoro".

Intanto arriva lo stop alle domande online per il reddito di cittadinanza. Il ministero del Lavoro comunica, sul suo sito, che con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legge rdc e quota 100 sarà necessario aggiornare i modelli per presentare le richieste, con le novità introdotte in sede parlamentare relative al reddito e alla pensione di cittadinanza. "In attesa che venga aggiornato il modello di domanda con le ultime novità normative - si legge - è temporaneamente sospesa la possibilità di presentare le istanze online". Questo perché il cambiamento più significativo apportato al provvedimento del reddito di cittadinanza è la pretesa di alcuni documenti in un primo momento non necessari e che avrebbero scoraggiato in molti.

Reddito o non reddito, il problema resta la disoccupazione giovanile che fa il paio con un altro dato. "Oggi sono pochi i giovani del Sud che hanno chiesto il reddito di cittadinanza. Il che significa che i giovani ci richiedono lavoro e occupazione, e non reddito di cittadinanza - spiega il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia ieri a Palermo -. La politica e il mondo dell'economia - ha detto - devono reagire per evitare di subire un rallentamento economico e per costruire occasioni di lavoro nel Paese". Boccia ha bollato il Reddito come una manovra che non aiuterebbe affatto il mondo del lavoro. "Dobbiamo ripartire dalla centralità del lavoro - ha aggiunto - e da un grande piano di inclusione giovanile nel mondo del lavoro, avendo una visione del Paese che non può più essere periferia d'Europa ma centrale tra Europa e Mediterraneo. In questo il Sud assumerebbe una sua centralità. Questo significa avere una visione molto chiara del futuro dell'Europa, a dibattere sui fini e non sulle chiacchiere delle alleanze".

Chi invece appare preoccupato sono i sindacati che chiedono che Regione e Ars collaborino per scrivere e approvare "una norma che metta una pezza all'emergenza", derogando anche alla normativa nazionale, nel rispetto dell'articolo 97 della Costituzione che sancisce il buon andamento della pubblica amministrazione.

In secondo luogo, "si proceda immediatamente all'applicazione delle progressioni verticali dei lavoratori interni, così come previsto dalla legge Madia nella misura del 20 per cento" dicono dicono Fabrizio Lercara e Alfredo Piede, segretari regionali della Cisl Fp Sicilia.

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