Agita i sonni a Foggia il contact center aperto l'anno scorso dall'Asl e che a tre mesi dalle elezioni regionali del 2015 avrebbe assunto – secondo notizie stampa - figli di sindacalisti della stessa Azienda sanitaria locale. Resta vivo il sospetto che le scelte degli operatori da occupare nella struttura siano state fatte con finalità politico-parentali, malgrado “dalle prime verifiche questo non risulti e sull'intera vicenda stiamo facendo chiarezza con un'indagine interna” spiega l'attuale direttore generale dell'Asl di Foggia Vito Piazzolla. Sarà, ma lo stesso Piazzolla, ereditando la “patata bollente” dall'ex direttore generale Attilio Manfrini, non ha trovato “la delibera che formalizzasse la nascita del servizio” e ora, in maniera risoluta, dice al Giornale.it: “Il progetto scade a febbraio e non sarà rinnovato”.
Il contact center delle polemiche – gestito dall'azienda Gpi di Trento - dovrebbe svolgere, in realtà, un'attività di raccordo – tra la stessa Asl e gli Ospedali Riuniti di Foggia. La Gpi di Trento ha vinto la gara per l'informatizzazione dei servizi sanitari e ha l'appalto del Centro unico di prenotazione dell'Asl, mentre gli Ospedali Riuniti hanno un altro numero verde al quale rivolgersi.
Questa differenza fa pensare alla mancata integrazione che avrebbe dovuto garantire, invece, il contact center finito nella bufera. Ma il direttore generale Piazzolla assicura che “funziona bene”, aggiungendo: “Io stesso ho effettuato una prenotazione, ottenendo una risposta in sette secondi”. Piazzolla sottolinea il lavoro degli ultimi giorni, in stretta collaborazione con il direttore degli Ospedali Riuniti Antonio Pedota, per creare finalmente il servizio unico, collegando tra loro Asl e ospedale: “E' partita l'evidenza pubblica, valutiamo, tra le altre, l'opportunità di inserire questo progetto in quello più ampio che vogliamo realizzare”.
Salvare o no quei posti di lavoro? La vicenda è complicata da un risvolto sindacale – guarda caso - non secondario. A novembre scorso i cinquanta lavoratori del Cup, del Ced e del call center dell'Asl di Foggia hanno proclamato lo stato di agitazione perché proprio la Gpi ha deciso di risolvere il contratto dei metalmeccanici applicato agli operatori per sostituirlo con il meno favorevole accordo nazionale sui lavori multiservizi. Guarda caso il contratto in vigore nel contact center. “Gli interrogativi sono tanti” spiega Ciro Di Gioia della Fiom Cgil che si occupa del caso, partendo con una premessa “non posso sapere se il call center è abusivo. Il tema è delicato e bisognerebbe coinvolgere la Regione Puglia. Ci siamo rivolti all'Autorità nazionale anticorruzione”. Di Gioia continua con una raffica di domande: “Perché cambiare il contratto? Perché non investire sul call center già attivo? Perché differenziare i contratti tra operatori al telefono e addetti allo sportello? Io ritengo ci sia un comportamento, comunque poco trasparente da parte dell'Asl perché dovrebbe tutelare tutti i lavoratori e intervenire nelle controversie come parte terza e non parteggiare per le aziende appaltatrici”.
Vederci chiaro. Tutti vogliono farlo nella vicenda in chiaroscuro del contact center foggiano. “Le ditte esterne possono fare le proprie valutazioni in merito alle assunzioni” conclude il direttore generale dell'Asl foggiana Vito Piazzolla e attacca: “Poi ci sono problemi di opportunità. Certo, io non sono un giudice. Né devo chiedere nome e cognome di chi assumono.
Valuteremo se qualcosa non è andata e stigmatizzeremo ciò
che di negativo potrebbe emergere dall'indagine interna. Una cosa è certa: da me non partirà mai una raccomandazione”. Chissà cosa pensa del “pasticcio” contact center il presidente della regione Puglia Michele Emiliano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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