Foggia, in carcere agente colpito alla tempia da un detenuto maliano

La vittima è caduta a terra. È stata subito soccorsa ed è giudicata guaribile in sette giorni. La denuncia del sindacato di polizia penitenziaria

Foggia, in carcere agente colpito alla tempia da un detenuto maliano

Un nuovo caso di violenza all'interno di un carcere. Questa volta è accaduto a Foggia. Un detenuto di 27 anni originario del Mali, arrestato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali e danneggiamento, ha colpito alla tempia un agente di custodia cautelare con un pugno.

Il fatto è accaduto durante il trasferimento da un'area all’altra del carcere. Un gesto di violenza fatto senza alcun motivo dal giovane immigrato mentre veniva accompagnato nella sua cella. A denunciare l'episodio è stato il segretario nazionale del Sappe (il sindacato autonomo di polizia penitenziaria), Federico Pilagatti. L'agente penitenziario, dopo essere stato colpito dal detenuto, è caduto a terra. È stato trasportato al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia ed è stato giudicato guaribile in sette giorni.

"Il Sappe, con l’aiuto del proprio studio legale - ha spiegato il segretario nazionale in una nota - sta approntando delle cause di risarcimento contro l'amministrazione penitenziaria poiché non viene più garantita sicurezza ai poliziotti con conseguenze gravi sulla loro incolumità". Il problema torna ad essere sempre lo stesso: il sovraffollamento delle carceri italiane e la carenza di personale negli istituti di pena. Pilagatti mette in evidenza, sempre nella nota, "la cronica carenza di personale di polizia penitenziaria che a Foggia supera almeno le 70 unità.

" Pertanto lo stesso sindacato, il Sappe, chiede che anche agli agenti di custodia vengano date in dotazione gli spray urticanti o le pistole elettriche (i cosiddetti Taser) soprattutto per difendersi dalle aggressioni "sempre più numerose e violente".

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