Foggia, nel Gran Ghetto nuovi immigrati dalla Calabria

Cresce il “popolo” della baraccopoli: da quattrocento a un migliaio di persone

Foggia, nel Gran Ghetto nuovi immigrati dalla Calabria

Non si è mai fermato l'afflusso di immigrati del Gran Ghetto di Rignano, in provincia di Foggia. Nemmeno dopo lo sgombero dello scorso anno. Anzi: la tendopoli oggi è sempre più affollata. Una condizione disumana in cui sono costretti a vivere gli immigrati dediti alla raccolta dei pomodori nella Daunia. In una terra di nessuno dove violenza e miseria la fanno da padrone. Ora si contano circa un migliaio di migranti, come si legge sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno", mentre negli anni scorsi, in questo periodo, le presenze non superavano il numero di quattrocento circa. Uomini e donne vivono in condizioni di povertà assoluta, senza acqua potabile, si riscaldano con stufe vecchie che molto spesso prendono fuoco creando incendi che provocano anche vittime. L'ultima risale a circa un anno fa. A perdere la vita due ragazzi del Mali. C'è chi vive in casette costruite con le bottiglie di plastica. I privilegiati in roulotte fatiscenti. Ma il Gran Ghetto si trova ancora lì, a ridosso della zona messa sotto sequestro marzo dell'anno scorso dalla direzione distrettuale antimafia. La popolazione della bidonville foggiana è raddoppiata perchè sono arrivati centinaia di immigrati provenienti dall'Africa, scappati dall'incendio nella tendopoli di San Ferdinando, in Calabria, dove, lo scorso 27 gennaio, è morto un trentenne proveniente dalla Nigeria. Una vita in fuga da tutto. Un destino crudele per molti che ora si ritrovano a vivere - uno sull'altro - in fredde baracche, gelide tra gennaio e febbraio. Qualcosa, però, potrebbe cambiare. Forse.

Gli abitanti del Ghetto potrebbero portare la loro testimonianza direttamente al Parlamento europeo, invitati a Strasburgo per sollevare la questione dal punto di vista umanitario, dopo la visita nel Ghetto dell'europarlamentare greco Sotiris Zarianopoulos.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica