Il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, questa mattina ha detto ai microfoni di Centocittà, su Rai Radio Uno: “Sono convinto che presto inizierà la discesa verticale. Abbiamo fatto un periodo di discesa moderata, io sono convinto che presto inizierà una discesa più intensa, violenta e verticale e si interromperà il contagio”. Fontana ha anche ammesso che pensava fosse un rallentamento più veloce, augurandosi che sia comunque questione di giorni ormai. Per quanto riguarda i lombardi e gli spostamenti pasquali, il governatore ha risposto che “mediamente la situazione è andata abbastanza bene. La gente ha capito che fosse una necessità quella di rimanere a casa”.
Fontana: presto inizierà la discesa
Presto si potrebbero quindi vedere gli effetti di questa chiusura forzata. Fontana ha risposto anche alla domanda riguardante una possibile riapertura dopo il 3 maggio, affermando che per il momento in regione stanno aspettando di sentire cosa diranno gli esperti, i virologi e gli epidemiologi, per cercare di comprendere la curva che sta rallentando molto adagio. Probabilmente, come ha ipotizzato il presidente lombardo, il coronavirus è stato più violento in Lombardia, perché erano già molti giorni che circolava indisturbato nel territorio, come hanno detto diversi esperti. Non si spiegherebbe altrimenti la violenza con cui si è manifestato nelle province lombarde.
La Lombardia ha seguito i protocolli
Alla domanda se vi siano stati errori da parte della sanità lombarda nella gestione dell’emergenza Covid-19, data l’altissima mortalità verificatasi, superiore a quella di altri Paesi, Fontana ha sottolineato che preferirebbe gli venissero fatte contestazioni specifiche sugli errori, rimarcando: “Purtroppo noi abbiamo seguito i protocolli, abbiamo fatto tutte le scelte in accordo con l’Istituto superiore di Sanità”. Le ospedalizzazioni si sono rese necessarie perché altrimenti le persone contagiate sarebbero morte. Inoltre, in tutta la regione i ventilatori sono stati più che raddoppiati, “siamo partiti con 725 respiratori all’inizio della crisi e siamo arrivato a oltre 1600, quindi li abbiamo più che raddoppiati. Li abbiamo dati a tutti, ma è chiaro che è stato una sforzo immane ed è stata la prova del fatto che tanta gente avesse bisogno di un ventilatore, non è che lo concedessimo come uno sfizio. Lo facevamo perché se no la gente moriva”, ha tenuto a precisare.
In Lombardia i soggetti positivi sono arrivati a quota 59.052 con un aumento di 1460 casi. Ieri, giorno di Pasqua, i morti sono arrivati a 10.621, con una crescita di 110 decessi.
Molti meno rispetto a quelli di sabato 11 aprile, in cui si erano registrati 273 morti in più. Calati anche i ricoveri che sono arrivati a 11.969, con una riduzione di 57 posti. I ricoverati in terapia intensiva sono 1.176, con un incremento di 2.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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