È il vizio di fotografarsi nude e condividere sui social network. Solitamente, però, gli scatti avvengono quando non ci sono occhi indiscriti in giro. Quattro 18enni, invece, hanno scelto come palcoscenico un parco di Genova. E qui si sono spogliate rimandendo in mutandine e reggiseno e scandalizzandmamma al parco con il suo bambino. Denunciate dalla donna, però il giudice di pace Massimo Corradi le ha assolte spiegando che "la televisione è peggio".
La vicenda risale al 2010 quando la mamma indignata per lo "spogliarello" aveva chiesto l'intervento dei carabinieri che, una volta arrivati al parco, avevano sequestrato la macchina fotografica alle ragazze. Dopo essere state costrette a rivestirsi le ragazzine erano state accompagnate in caserma per l'identificazione ed erano state denunciate per "atti contrari alla pubblica decenza". Durante il processo davanti al giudice di pace di Genova, la difesa ha sostenuto che gli scatti non hanno violato il decoro pubblico dal momento che le ragazze si erano appartate. La difesa ha poi fatto presente al giudice Corradi che la televisione è solita riproporre immagini molto più provocatorie. Le giovani avevano, infatti, deciso di realizzare un book fotografico per promuovere la propria immagine. Un gesto che, secondo l'avvocato Giusy Morabito, "non offende il senso del pudore e non rappresenta un insulto alla pubblica decenza". "In televisione - ha continuato - durante la fascia protetta si vedono immagini ben più spinte, anche nelle varie pubblicità, rispetto a come si presentavano le quattro ragazze che, tutto sommato, si erano anche posizionate vicino ad alcune siepi".
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