“Il bambino non è dei genitori. Ci tengo tantissimo a dire che sì, sono del partito di Bibbiano”. Non ha ripensamenti e non si vergogna a dirlo la regista Francesca Archibugi, intervenuta a Circo Massimo, durante la trasmissione di Massimo Giannini su Radio Capital, per presentare il suo nuovo film Vivere.
Nella conversazione con l’editorialista di Repubblica dichiaratamente schierata a sinistra si inizia parlando di politica. Alla domanda su come abbia vissuto l' estate del Papeete, la regista replica: “Come penso tutti. Ero incredula. Si dice che ci si abitua a tutto, ma a certe cose non ci si abitua, io, i miei figli, i miei amici, ci mandavamo messaggi su whatsapp per quello che stava succedendo”. Poco dopo, sul nuovo governo giallorosso, si esprime così: “Siamo tutti un po’ spettatori, ma Bersani ha detto una cosa che mi ha molto colpito: credili migliori e diventeranno migliori. È una cosa educativa”. Giannini la asseconda: “Sì, veramente straordinaria, è pedagogia civile”.
A questo punto la conversazione vira sull’argomento cardine di questa intervista radiofonica: il nuovo film della regista. Dunque, di cosa parla "Vivere"? “Dell’enorme capacità di mentire che abbiamo noi italiani come tratto antropologico, anche a fin di bene si dice a volte, per non far soffrire, ma è un tratto davvero tutto nostro” risponde la Archibugi. Si apre così il dibattito sulla famiglia. Con Giannini che chiede all’intervistata com’è la condizione della famiglia italiana oggi. Aggiungendo che, secondo lui, la famiglia è oggi “il luogo in cui si producono più spesso forme di violenza. Violenza anche fisica, non solo condizionamento morale o psicologico”. Un argomento delicato sul quale, inizialmente, la regista tentenna: “La famiglia è tantissime cose, quindi è difficile stabilire che cos’è, ma arriva fino ad aberrazioni di quel tipo.” Poi esplode: “Quando uno dice ah, strappare i bambini alle mamme. Ma a volte è stato un bene strappare i bambini alle famiglie, perché le famiglie possono essere anche qualcosa di sinistro. Bisogna avere un atteggiamento aperto nei confronti della famiglia, sia nel suo bene che nel suo male”. Affermazioni forti, su cui Giannini provoca: “Adesso la accuseranno di difendere il partito di Bibbiano”. E da qui, l'affermazione della signora Archibugi. “Ma certo, io difendo il partito di Bibbiano. Io difendo come idea il fatto che lo Stato possa decidere su dei bambini. Non bisogna indietreggiare di un passo su questo, perché sono state delle conquiste enormi. E qualora ci fossero stati abusi, perseguirli senza pietà, proprio perché è un principio importantissimo dello stato di diritto che il bambino non è dei genitori. Quindi ci tengo tantissimo a dire che sì, sono del partito di Bibbiano”.
Beh, in realtà forse, alla regista di sinistra sfugge un fatto da non sottovalutare: i bamabini di Bibbiano, se l’accusa della Procura di Reggio Emilia venisse avallata dal Tribunale, non avrebbero subito nessun tipo di abuso da parte dei genitori. Anzi, sarebbero stati plagiati per poter arrivare a confessare abusi o maltrattamenti mai subiti da parte dei propri genitori. Il “partito di Bibbiano”, secondo le carte dell’inchiesta Angeli e Demoni, avrebbe strappato decine di bambini dalle proprie famiglie di origine al fine di darli in affidamento ad amici e conoscienti o inserirli in case famiglia per ricavare ingenti somme di denaro. Che, si capisce, non è proprio la stessa cose rispetto a dire che lo Stato debba intervenire sulla vita dei bambini quando i genitori non sono in grado di crescere dei minori o, ancora peggio, rechino loro danni fisici o psicologici. Su questo è difficile non essere d’accordo, ma il metodo Bibbiano ha sfruttato questa possibilità per lucrare sulla pelle dei bambini. Eppure, questo, sembra non aver toccato la Archibugi, sconvolta però, ricordiamolo, dai balletti del primo ministro al Papeete.
Gli ascoltatori non ci stanno e sui social è pioggia di critiche per la regista pro Bibbiano. In poche ore “Archibugi” su Twitter entra nei topic trend, gli argomenti più discussi. Gli utenti commentano sconcertati. C’è chi avvicina le sue idee a quelle del nazismo, chi invece insorge con la domanda retorica “ma sei i figli fossero i tuoi?”, chi ci tiene a sottolineare che è inutile aggiungere altro, le sue aprole si commentano da sole. A criticare apertamente le sentenze della Archibugi anche Danielà Santanchè.
La senatrice di Fratelli d’Italia si esprime così su Twitter: “La regista rossa #Archibugi, “orgogliosa”, dice di essere “del partito di #Bibbiano: “ci tengo tantissimo, difendo Bibbiano. I #bambini non sono dei genitori ma dello Stato”. Quando l’ideologia è folle e pericolosa, senza ritegno.
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