Funerale fascista a Sassari, la procura indaga su 23 persone

Ventitré persone sono indagate dalla Procura di Sassari per i funerali fascisti dell'accademico Giampiero Todini. Ma una recente sentenza della Cassazione afferma che il saluto romano non è reato se compiuto a titolo commemorativo

Funerale fascista a Sassari, la procura indaga su 23 persone

Il funerale fascista dell'accademico Giampiero Todini, celebrato a Sassari, non è passato inosservato dalle parti della Procura di Sassari. Il procuratore capo, Gianni Caria, e il suo sostituto, Paolo Piras, hanno messo sotto indagine 23 persone. La svolta delle indagini arriva dopo l'apertura di un fascicolo nel quale si ravvisavano ipotesi di reato. La stessa Procura aveva chiesto accertamenti alla Digos. Ma c'è un piccolo particolare: una recente sentenza della Corte di Cassazione stabilisce che il saluto fascista non è reato se eseguito a titolo commemorativo, proprio come successo nel caso preso in esame dai pm sassaresi.

Chiesa di San Giuseppe, Sassari. Il 3 settembre scorso si celebrano i funerali di Giampiero Todini, 72enne assistente ordinario di Storia del diritto italiano all'Università. Sulla bara viene steso un tricolore con fascio littorio. I partecipanti alla cerimonia si dispongono in ordine su quattro file, salutando il "camerata" Todini con il saluto romano. Luigi Todini, il figlio del professore, riprende la scena e la pubblica su internet, scatenando una bufera di cui parlano, chi più chi meno, tutti i giornali. La notizia arriva anche alla Procura di Sassari che, scrive il quotidiano La Nuova Sardegna, iscrive sul registro degli indagati 23 persone.

Il figlio di Todini si era così difeso dalle accuse: "Mi aspettavo le polemiche, ma immaginavo che rimanessero in ambito territoriale, non immaginavo tutto questo can-can che si sgonfierà in una bolla di sapone". Nonostante l'atto della Procura di Sassari, probabilmente accadrà proprio questo. Lo stesso Todini aveva accennato a una sentenza della Corte di Cassazione, la 8.108/18, secondo la quale il saluto romano eseguito a titolo commemorativo rappresenta "una libera manifestazione del pensiero" dal momento che la legge - hanno scritto i giudici della Suprema Corte - non punisce "tutte le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, ma solo quelle che possono determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste".

Insomma, l'azione della Procura sassarese lascia qualche dubbio.

Prima l'apertura di un fascicolo dove si ravvisavano ipotesi di reato, quindi la richiesta di accertamenti alla Digos, e ora l'iscrizione di 23 persone nel registro degli indagati, anche se l'indagine - si legge sempre su La Nuova Sardegna - prosegue e potrebbe allargarsi. Alla faccia della Corte di Cassazione.

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