A due giorni dal rilascio del permesso di soggiorno dal Comune di Foggia a uno dei presunti terroristi arrestati a Bari, durante la notte la “banda della lancia termica” (è stata soprannominata così) ha svaligiato due casse forti dell’ufficio anagrafe municipale del capoluogo dauno.
Il bottino: cinquecento carte d’identità in bianco, i timbri per la convalida dei documenti e quindicimila euro. Non il solito furto. La porta d’ingresso d’emergenza, di via Mele, da cui i ladri sono entrati, non aveva segni d’effrazione; le ipotesi quindi sono o che la porta dell’ingresso laterale tra il Municipio e la Prefettura sia rimasta inavvertitamente aperta o che all’interno del clan ci fosse un basista e fosse tutto calcolato.
Una cosa è certa, i ladri sapevano che il bottino era in due precise casseforti su tre. Le due che contenevano le carte e i soldi sono state aperte con la fiamma ossidrica.
L’altra, vuota, è stata lasciata chiusa. La scoperta è stata fatta da un vigilante avvisato da una persona che aveva notato l’ingresso aperto.
Secondo gli inquirenti ad effettuare il furto è un clan e non una singola persona.
Già in passato si sono verificati a Foggia furti di carte d’identità che, sul mercato nero, pare abbiano un valore ingente.
“Visto il clima di terrorismo che viviamo – ha dichiarato il sindaco di Foggia, Franco Landella, in un’intervista – il pensiero va all’utilizzo
improprio dei documenti”.Il timore, infatti, è che il furto delle carte sia riconducibile al mercato di uomini e che le stesse possano finire nelle mani di terroristi senza scrupoli che usano la Puglia come base logistica.
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