I caloriferi e la doccia sono osservati speciali. Per i primi si ipotizza un'accensione posticipata di 15 giorni, per la seconda si auspicano consumi controllati. È l'austerity energetica, bellezza. Occhio poi alla temperatura dei termosifoni, non troppo alta per evitare sprechi: 19 gradi massimo. Il piano d'emergenza legato alla questione russa (cioè al timore di uno stop completo dei flussi di gas da Mosca) al momento è solo allo studio: se ne stanno occupando i ministeri competenti e le società di distribuzione energetica. Qualora si passasse però dalle intenzioni ai fatti, se ne vedranno delle belle.
Nelle bozze che circolano tra le mani degli addetti ai lavori, infatti, i dettagli e le stime si "sprecano" (ammesso che l'espressione sia utilizzabile ai tempi dell'austerity). "Le misure di sobrietà sono semplici. Se abbassassimo di un grado la temperatura media o riducessimo di 1 ora il tempi di riscaldamento, risparmieremmo 1,5 – 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno", ha spiegato lo stesso ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani. Tutto molto chiaro, se non fosse che al momento non si è ancora ben capito chi mai dovrebbe occuparsi di controllare che nelle case degli italiani si rispettino gli ipotetici paletti sull'energia. La questione è tutt'altro che trascurabile, in quanto la materia "invade" la dimensione domestica dei cittadini.
Tra il serio e il faceto, già le suggestioni più ironiche si rincorrono. Qualcuno già si immagina di dover aprire la porta della propria abitazione a qualche controllore della temperatura dei caloriferi con tanto di misuratore alla mano. E chissà che l'improbabile blitz non avvenga anche negli orari per i quali si prevede lo spegnimento dei termosifoni. E se qualcuno trasgredisce l'eventuale paletto, che si fa? Scatta un semplice ammonimento o arriva addirittura la sanzione? Sono tutti aspetti da chiarire, ai quali già si aggiungono i leggitimi dubbi di qualcuno sulla necessità di intervenire in modo così scrupoloso. Il timore è che la spirale dell'austerity porti a decisioni radicali come la chiusura anticipata di uffici pubblici, negozi e locali privati in nome del risparmio. Tale scenario - va precisato - non rientra al momento nelle valutazioni del governo, né sarebbe stato preso in considerazione.
"Stiamo discutendo con altri ministeri di un progetto rapido di informazione, tipo Pubblicità e progresso, su due grandi settori: uno è l'acqua, l'altro è l'energia. Fra l'altro sono due settori molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano dei suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell’uso delle risorse", ha affermato il ministro Cingolani. Intanto anche sugli eventuali controlli si stanno approntando delle ipotesi: quanto alla riduzione dei consumi di elettricità residenziali, ad esempio, secondo alcuni basterebbe stabilire per decreto che attraverso Terna e i distributori locali sia ridotta al minimo da capacità di kilowatt (quindi a 3) in alcune ore più critiche. In tal caso, i cittadini non potranno probabilmente tenere accesi più elettrodomestici "energivori" nello stesso momento.
Secondo i calcoli dell'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sarebbe possibile risparmiare in Italia quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano all’anno e ridurre la bolletta annua delle famiglie
di circa 180 euro, abbassando di 1 grado il riscaldamento in casa, riducendo di 1 ora al giorno l’accensione dei termosifoni e di 15 giorni all'anno il periodo di accensione. Su queste stime sta ora lavorando il governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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