"Gesù era un rifugiato". A Castelnuovo la marcia contro la chiusura del Cara

Circa 500 persone hanno sfilato a Castelnuovo di Porto in solidarietà ai migranti che stanno per essere trasferiti dal Cara. In piazza bandiere della pace e cartelli: "Gesù era un rifugiato"

"Gesù era un rifugiato". A Castelnuovo la marcia contro la chiusura del Cara

“Siamo tutti rifugiati, Gesù era un rifugiato”. È questo cartello, che rimanda ad una frase pronunciata qualche giorno fa da Papa Francesco, a guidare la marcia silenziosa di quasi 500 persone, che sono scese in strada a Castelnuovo di Porto per protestare contro la chiusura del Cara.

Un’iniziativa promossa dal Comune, dal parroco, dal mondo del volontariato, dai sindacati e dalla società civile, alla quale hanno preso parte tutti coloro che si oppongono alla chiusura del centro di accoglienza che, per effetto del decreto sicurezza, smetterà di funzionare entro fine mese. I trecento ospiti della struttura saranno redistribuiti in altre regioni d’Italia entro il prossimo 26 gennaio. Ma a far discutere sono le modalità di chiusura del centro, che sarà dismesso in tempi record. I migranti, tra cui alcuni bimbi che frequentavano le scuole della cittadina alle porte di Roma, denunciano i partecipanti alla marcia, verranno trasferiti senza neppure sapere dove saranno ospitati.

"La preoccupazione – ha detto all’Adnkronos il sindaco di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini, presente alla manifestazione - è sia per la situazione umanitaria dei migranti, che vengono sbattuti fuori dal centro, sia per la decisione di chiudere di imperio il Cara senza alcuna concertazione con l'ente locale e senza ascoltare chi negli anni ha dedicato del tempo ai percorsi di integrazione”. Per questo, ha annunciato il primo cittadino, il presidio continuerà nella giornata di domani, durante la quale si prevedono nuovi trasferimenti. “Oggi è stata scritta una brutta pagina, oltre ai ricollocamenti senza un congruo preavviso sono usciti tantissimi ragazzi titolari di protezione umanitaria, qualcuno era diretto a Roma verso la Stazione Termini, altri verso altri rifugi di fortuna”, ha attaccato il sindaco, che punta il dito contro il Viminale. “Stasera – ha annunciato - una ragazza somala di 25 anni dormirà a casa mia, abbiamo deciso di ospitarla come comunità di Castelnuovo, poi domani vedremo cosa possiamo fare per lei”.

A sfilare per le vie della cittadina tante bandiere della pace, ma anche quelle rosse delle organizzazioni sindacali. Non c’è solo il problema dei migranti, infatti, a preoccupare i manifestanti, ma anche quello dell’occupazione.

Oltre 100 operatori del centro, gestito dalla cooperativa Auxilium, ora rischiano di ritrovarsi in mezzo alla strada. Per loro diverse sigle sindacali, tra cui Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl, hanno organizzato per giovedì prossimo una manifestazione sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico.

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