La lite furibonda a Natale dietro il giallo di Bolzano

Secondo la ricostruzione della procura, Benno avrebbe ucciso prima il padre, Peter Neumair, e poi la mamma, Laura Perselli

La lite furibonda a Natale dietro il giallo di Bolzano

Peter Neumair e Laura Perselli sarebbero stati uccisi in tempi diversi. Secondo la ricostruzione ultima della procura, la morte dei due coniugi sarebbe avvenuta a distanza di 4 ore l'uno dall'altra. Ad avvalorare questa ipotesi ci sono le risultanze dei tabulati telefonici: il cellulare di Peter è stato spento alle 17.30, quello di Laura alle 21.30. Un dato per nulla irrilevante che potrebbe chiarire la dinamica omicidiara della drammatica vicenda. Intanto Benno, dalla cella d'isolamento in cui è recluso dallo scorso 29 gennaio, continua a proclamarsi innocente: "Non c'entro nulla", ripete. Ma il carico indiziario raccolto dai Ris durante le attività di sopralluogo, sia sul ponte di Vadena che nella villetta di via Castel Roncolo, non depone a suo favore. L'accusa ritiene che il giovane abbia ammazzato i genitori: l'ipotesi di reato imputatogli è di duplice omicidio e occultamento di cadavere.

Il giallo dei telefonini

Se vi è un nodo difficile da districare in questa spinosissima vicenda, per certo, riguarda la tempistica del delitto. Gli inquirenti si affidano alla logica: perché il cellulare di Peter sarebbe stato spento quattro ore prima dello smartphone di Laura? Le risultanze dei tabulati telefonici non ammettono margini di errore e suggeriscono una risposta più che ragionevole al quesito. Secondo la procura, Benno potrebbe aver ucciso dapprima il papà - nel primo pomeriggio - poi si sarebbe scagliato contro la madre qualche ora più tardi. L'apparecchio del 63enne risulta staccato dalle 17.30; Laura avrebbe visualizzato l'ultimo messaggio WhatsApp alle ore 18.46. Da lì, in poi, sarebbe calato un inspiegabile silenzio. Il cellulare della mamma di Benno ha squillato a vuoto per tutta la sera del 4 gennaio - lo compravano le telefonate senza risposta effettuate da Madè verso le utenze dei suoi - salvo poi spegnarsi alle 21.30. Ma c'è un altro dettaglio da tener conto: anche Benno ha chiamato la madre. Lo ha fatto pressappoco alle 20. "Gli serviva un alibi", è la logica deduzione di chi indaga sul giallo. Ma perché il trentenne avrebbe ucciso i genitori in tempi diversi?

Ha ucciso prima la mamma e poi il padre?

Tempi diversi e, forse, anche modalità differenti: Peter sarebbe stato ucciso per primo, strangolato. Padre e figlio si sarebbero ritrovati faccia a faccia, in un vano della casa di via Castel Roncolo, il pomeriggio del 4 gennaio. Probabilmente una discussione, l'ennesima lite, avrebbe fatto da detonatore psicologico innescando la presunta furia omicidia del ragazzo. A quel punto, Benno avrebbe tentato di ripulire la scena del crimine approfittando dell'assenza di Laura. Ma la donna sarebbe rincasata prima del previsto mandando all'aria i piani. Colto di soppiatto e senza via di scampo, il trentenne avrebbe deciso di scagliarsi anche contro la madre. Dunque, li avrebbbe uccisi entrambi e caricato i corpi a bordo della Volvo per poi gettarli giù dal ponte di Vadena. Un testimone anonimo, vicino di casa dei Neumair, ha raccontato di aver visto Benno in giardino, attorno alle ore 21 del 4 gennaio, piuttosto provato. "Sembrava uno che aveva fatto ginnastica", ha spiegato al Corriere della Sera. Ma è davvero andata così?

Quella lite il giorno di Natale

Il movente del delitto sarebbe maturato nel contesto di comprovate frizioni familiari. Che Benno avesse un rapporto conflittuale con il padre, infatti, non è una novità. Ma gli irrisolti sarebbero stati tali al punto da spiegare l'omicidio? Secondo l'accusa, i dubbi da chiarire sulla colpevolezza del trentenne - al netto di un improbabile colpo di scena - sono pochissimi. Senza contare che dal passato turbolento del body-builder affiorano racconti e testimonianze circa la sua condotta irascibile. Durante l'ultimo pranzo di Natale, racconta il Corriere della Sera, sarebbe esploso un litigio furibondo tra Benno e i genitori. Il motivo dell'acceso diverbio risiederebbe nel rifiuto da parte del trentenne di sottoporsi alle cure per via del suo "equilibrio precario".

Potrebbe essere quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Si continuano a cercare risposte, prove o semplici indizi che possano portare alla risoluzione del caso. Intanto, le acque del fiume Adige restituiscono una verità parziale della vicenda: forse, è stato trovato anche il corpo di Peter.

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