Passo indietro (o di lato) del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sulla candidatura condivisa (con Torino e Cortina) per le Olimpiadi invernali del 2026. "Per spirito di servizio al Paese, Milano conferma la sua disponibilità, ove richiesto, solo come venue (sede, ndr) di gare o eventi in quanto, stante le attuali condizioni, non ritiene praticabile una sua partecipazione alla governance del 2026". C'è scritto nella lettera che il primo cittadino di Milano ha inviato al presidente del Coni Giovanni Malagò, dopo la proposta avanzata ieri di fare sintesi tra le tre candidature di Milano, Torino e Cortina per ospitare i Giochi invernali tra otto anni.
Nella missiva, il primo cittadino milanese spiega: "Con rammarico constato che nella scelta della candidatura per i Giochi Olimpici e Paralimpici 2026 le ragioni della politica stanno prevalendo su quelle sportive e territoriali". E conclude: "Qualora la nostra posizione non sia ritenuta accettabile accoglieremo di buon grado le decisioni del Coni e, certamente, faremo il tifo per la candidatura italiana selezionata".
Fibrillazioni politiche a Torino
Dopo il via libera del sindaco Chiara Appendino alla candidatura unitaria di Torino-Milano-Cortina, nel capoluogo piemontese sono ore di attesa in vista della decisione finale del comitato. Nella missiva inviata ieri Appendino ha spiegato che "la proposta di candidare tre diverse città di altrettante diverse regioni assume, nei fatti, i caratteri di una candidatura nazionale che va ben oltre i confini delle competenze politiche, gestionali e amministrative dei sindaci di Cortina, Milano e Torino", per questo le analisi e le conseguenti decisioni non spetterebbero più alle singole amministrazioni locali, ma al governo nei confronti del quale Appendino ha scritto di volersi "mettere a disposizione". Immediato il consenso anche del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che ha spiegato di "condividere nella sostanza la lettera di Appendino".
Sostegno anche dal Pd in Consiglio comunale: "Brava Appendino ad aver dato la disponibilità al Coni per la candidatura olimpica condivisa - ha commentato il capogruppo in Sala Rossa, Stefano Lo Russo - abbiamo rischiato grosso ma in extremis si è evitato il patatrac e quindi almeno stavolta riconosciamo ad Appendino di aver agito nell’interesse della città e non della sua maggioranza M5S in Consiglio Comunale. Se Appendino non avesse dato la disponibilità, Torino sarebbe stata tagliata fuori e il Coni avrebbe direzionato tutto su Milano e Cortina".
Ma ci sono anche diverse critiche. Per l’ala più radicale del Movimento 5 Stelle, Appendino "scavalca" il Consiglio Comunale. "L’indirizzo espresso dalla delibera approvata dal Consiglio Comunale di Torino era molto chiaro - spiegano Danilo Carretto, Daniela Albano, Maura Paoli e Viviana Ferrero - diceva no a candidature condivise con Milano e Cortina". Per i quattro grillini, se Appendino "pensa di prendere in giro la sua maggioranza e il Consiglio Comunale dovrà iniziare a contare i consiglieri e le consigliere che, quella maggioranza, la compongono.
Abbia il coraggio di rispettare quanto espresso dal Consiglio ed esprima l’indisponibilità della Città di Torino a una candidatura condivisa, anche se fosse il Governo stesso a richiederla, ponendo così fine a questo assurdo teatrino".
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