Burtta avventura per un giudice di Milano rimasto imprigionato nei bagni della nuova sede inaugurata da poco, riservata ai giudici civili e del lavoro.
Non appena ha chiuso dietro di sé la porta dei bagni, la maniglia gli è rimasta in mano.
Senza farsi prendere dallo sconforto, il giudice ha espletato le sue funzioni fisiologiche con tutta calma e poi ha cercato di chiamare aiuto. Purtroppo però, i cellulari, all'interno del nuovo palazzetto di giustizia, non prendono quindi non gli è rimasto che cominciare a battere le mani contro la porta e urlare nella speranza che qualcuno lo sentisse.
Speranza che dopo mezz'ora di attesa ha cominciato a lasciare spazio al panico. E così, con un paio di calci ben assestati, ha sfondato la porta, fatta di un legno non particolarmente massiccio.
Ad attenderlo fuori però 538em;">c'erano due sbigottiti carabinieri che erano accorsi sentendo il fratuono e che si stavano per adoperare per tirare fuori di lì lo sfortunato giudice, che si è visto recapitare dai due agenti un verbale per danneggiamento aggravato.
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