Giulia Bongiorno: "Ho preso il Covid, nei tribunali il virus galoppa"

L'esponente della Lega, Giulia Bongiorno, accusa il ministro Bonafede: "Non ci ha messo in condizione di lavorare in sicurezza"

Giulia Bongiorno: "Ho preso il Covid, nei tribunali il virus galoppa"

La senatrice della Lega Giulia Bongiorno racconta di essere stata positiva al Covid e di aver trascorso l'isolamento a casa. Eppure è sempre stata molto attenta, come racconta a Repubblica. "Non saprò mai con certezza dove sia avvenuto il contagio, ma di una cosa sono sicura: esistono 'zone franche' in cui è impossibile difendersi, zone dove persino il cittadino più scrupoloso è impotente". Il sospetto della Bongiorno è di essersi contagiata in un luogo che solitamente frequenta. Non si tratta di Palazzo Madama ma, molto probabilmente, di un tribunale. Luogo dove spesso si reca essendo avvocato penalista.

Nelle aule di tribunale il virus circola, spiega Bongiorno: "Si osservano poco le precauzioni e il rischio di contagio è altissimo. E al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, non le manda certo a dire: "Invece di proteggerci, di metterci in condizione di lavorare in sicurezza si occupa dei problemi interni al Movimento 5 Stelle".

Ma quali cautele aveva adottato la senatrice per cercare di non prendere il Covid? "Ho smesso di usare l'ascensore - racconta - perché avevo letto che i droplet prodotti dai colpi di tosse possono resistere all'interno della cabina anche per mezz'ora. Soprattutto negli ultimi mesi, ho preso ogni possibile precauzione, inclusi, oltre alla mascherina, occhialoni e visiera: stavo scomoda e mi rendevo conto di avere un aspetto ridicolo, ma la salute viene molto prima della comodità e dell'estetica". Nonostante tutte queste precauzioni, però, un giorno ha scoperto di essere positiva.

Quasi inevitabile, viste le condizioni di lavoro che lei stessa racconta: "Ti ritrovi aule di tribunale senza

finestre, pigiata insieme a troppe altre persone, senza il necessario distanziamento. Tutti a respirare nello stesso ambiente angusto. Fa rabbia che i luoghi deputati alla giustizia facciano parte di queste zone franche".

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