Ieri abbiamo scritto un breve articolo dando conto, ai lettori, di quanto Giulia Innocenzi aveva scritto su Facebook. In redazione, infatti, eravamo rimasti colpiti da un accostamento (clienti delle prostitute-elettori del Pdl) fatto dalla collaboratrice di Michele Santoro. Lei si è risentita e, sempre su Facebook, ci ha risposto in questo modo: "Parlavamo proprio ieri con ... del problema dei media in Italia. Io le chiedevo di non fare di tutta un'erba un fascio. Questo articolo de Il Giornale cade a fagiolo. Ieri notte ho scritto che sono in favore del ritorno alle case chiuse, prendendo spunto dalla mia pedalata sulla tratta Riccione-Rimini dove avevo contato una trentina di prostitute, e ho aggiunto: "chissà quanti i clienti (magari molti elettori del Pdl)". Per sottolineare che anche quelli contrari poi "sfruttano il servizio", nella più tradizionale ipocrisia italiana. E Il Giornale che fa? Titola che la sottoscritta dice che "gli elettori del Pdl vanno a prostitute".
La Innocenzi prosegue poi con un'attenta analisi del nostro articolo, soffermandosi sulla frase finale: "E il testo dell'articolo - questo fa veramente ridere - recita così: "la polemicuccia della Innocenzi sembra studiata ad arte per far parlare di sé". Mmm".
Convinta di avere la verità in tasca la Innocenzi non fa minimamente marcia indietro. Anzi, va avanti dritta sulla propria strada, senza ammettere di aver esagerato.
Eppure lo spunto da lei sollevato sarebbe stato interessante: il tema della prostituzione e, più in particolare, la proposta di legalizzare il "mestiere più antico del mondo". Giulia Innocenzi preferisce buttarla sulla polemicuccia politica. Peccato, ha perso un'occasione per volare alto. Contenta lei...
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