Grazie a Willy è tornato il coraggio di denunciare

Fine del silenzio. Fine dell'omertà delle tre scimmiette, una non vede, l'altra non sente e l'altra non parla

Grazie a Willy è tornato il coraggio di denunciare

Fine del silenzio. Fine dell'omertà delle tre scimmiette, una non vede, l'altra non sente e l'altra non parla. A Colleferro molti hanno visto, molti hanno udito, molti stanno parlando. Finalmente, senza paura di vendette, il paese è piccolo la gente mormora e quei delinquenti hanno compari dovunque, pronti a presentarti il conto con gli interessi, chiudendoti la bocca con un semplice ghigno. Willy è stato ucciso, ma stavolta non c'è perdono, non c'è quell'aria fastidiosa e opportunista, il coro ipocrita che giustifica i criminali, che, in fondo, bisogna capirli questi ragazzi e la loro vita di periferia e che, a pensarci bene, sono già condannati. Stavolta no, lo ripeto fino alla fine dei giorni, stavolta nessuno si azzarda a porgere l'altra guancia, anche perché verrà presa a schiaffi e pugni da una ciurma di hooligans che di questo e con questo trascorrono le loro giornate. Eppure le iene e i lupi, ora, sono agnellini tremanti, chiedono di restare isolati, dico i Bianchi, hanno paura, sostantivo che non hanno mai frequentato e semmai sfidato. I loro tatuaggi nascondono una pelle fragile, la gente di Colleferro ha capito che è arrivata l'ora di reagire, non soltanto indignarsi e piangere per Willy, ma mettere all'angolo, come si usa sul ring, coloro i quali attentano alla vita altrui. Non vorrei che qualche parroco o psichiatra tiri fuori in dibattito televisivo o affine, l'alibi di una infanzia deteriorata dal malessere sociale. Il senso civico ha, infine, la prevalenza su qualsiasi giustificazione o negazione della realtà evidente, sanguinaria, criminale (per favore, evitate l'uso di «negazionismo»). Colleferro è un buon esempio di partecipazione e non soltanto per le maglie bianche al corteo funebre, ma per questa reazione come in un passa parola, un whatsapp umano, per disintossicarsi dal male che per mesi e anni ha avvelenato il paese. Può essere soltanto un caso? Un episodio isolato, un fenomeno epidermico che verrà sdoganato nel giro di qualche settimana? Non credo, qui non ci sono frasi di repertorio, come quelle pronunciate dai politici con la maschera del volto affranto, no, Colleferro sta facendo sul serio, c'è voglia di testimoniare, di raccontare ciò che per molto tempo è stato visto ma, poi, tenuto nascosto. Non è un atto di coraggio, ma è un dovere civico, è un salto di civiltà, è il segnale che, volendo, si può e, potendo, si deve.

Sarà un processo, quello ai Bianchi, basato proprio sulle testimonianze, non uniche, esclusive, contraddittorie. La giustizia è questa, non quella esemplare, clamorosa, plateale. La giustizia che non restituirà la vita di Willy, ma la dignità a Colleferro.

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