All'interno del governo si continua a discutere e mediare sul nuovo utilizzo del green pass. L'ipotesi che sta prendendo forma è: con una dose di vaccino si va nei ristoranti al chiuso, con due dosi nei luoghi più affollati. Nelle zone dove c'è una forte circolazione del virus invece doppia dose per recarsi ovunque. E non manca l'idea di una stretta maggiore in autunno.
Ancora nulla di ufficiale al momento ma è questione di poche ore prima che si riuniscano la cabina di regia e il Consiglio dei ministri per decidere il da farsi. Si dibatterà non solo di questo ma anche nei nuovi parametri per la classificazione delle aree di rischio con l'obiettivo di lasciare tutta Italia in zona bianca fino al 15 agosto, di frenare la diffusione della variante Delta e se prorogare lo stato di emergenza che scadrà il 31 luglio per almeno altri tre mesi.
Prevista per oggi anche la conferenza delle Regioni. La riunione del Consiglio dei ministri, invece, avverrà entro giovedì 22 luglio in maniera tale da poter far entrare in vigore il decreto per lunedì 26 luglio. Il Pd e il ministro Speranza spingono per interventi molto decisi. Questo fa presuppore un acceso dibattito dal momento che, come riporta il Corriere, le resistenze sono svariate, sia dalla Lega di Matteo Salvini il quale si è dichiarato favorevole al green pass per "i posti affollati, ma non per andare a mangiare una pizza" che dal M5s di Conte, il quale avrebbe espresso le sue perplessità direttamente al premier Mario Draghi. L'obiettivo comune, come richiesto dalle associazioni di categoria, resta sempre il lasciare aperte le attività.
Il pass a "due velocità"
Dato che cabina di regia e consiglio dei ministri si terranno solo nei prossimi giorni - mentre per oggi è stata convocata la conferenza delle Regioni - il green pass non entrerà in vigore prima di inizio agosto. Si parla però di due velocità perché, come riporta Repubblica, l'idea è di cominciare il prossimo mese con regole dure per quanto riguarda eventi e ristoranti al chiuso ma non restrittive per servizi essenziali, come i trasporti, così da dare la possibilità ai non vaccinati di non restare esclusi. Verrà inserito poi a settembre un secondo green pass, più restrittivo, che invece potrebbe limitare ogni tipo di trasporto a chi non è vaccinato.
Le nuove misure
Nei luoghi dove c'è un rischio più alto di contagiarsi è previsto un doppio livello di obbligo del green pass. Ciò significa che per il momento per andare nei ristoranti al chiuso e negli altri luoghi dove i protocolli prevedono il distanziamento basterà una sola dose di vaccino o alternativamente un tampone negativo o il certificato di guarigione nei sei mesi precedenti.
Doppia dose obbligatoria invece per i luoghi affollati dove c'è un alto rischio di assembramento: concerti, stadi, eventi, palestre e discoteche all'aperto. Nessuna limitazione per i ristoranti all'aperto.
Massimo dieci giorni, invece, per decidere in merito all'obbligo di vaccinazione per il personale scolastico. Il tempo necessario per capire se verrà raggiunta o meno la soglia del 93% di immunizzati e se alcune regioni ridurranno l'attuale quota di non vaccinati che si aggira attorno al 30-35%.
Non è una possibilità così remota che a partire da settembre entri in vigore un secondo Green Pass più restrittivo che vada a vietare o limitare l'utilizzo dei trasporti pubblici a chi non è vaccinato. A partire da settembre per dare così la possibilità di ricevere la prima dose a chi non lo ha fatto nel mese di agosto.
Inoltre, tra le possibilità che si stanno valutando c'è anche quella di poter tornare a realizzare grandi eventi (stadi, concerti, discoteche ecc.) senza limiti di spettatori qualora tutti i partecipanti siano muniti di certificazione verde.
Lo scontro
Sono due gli argomenti che dividono particolarmente la maggioranza: i bar e i trasporti. Per quanto riguarda i bar, l'opzione di compromesso, rispetto al divieto di entrata a chi non è vaccinato, è quella di imporre il green pass a chi vuole ordinare seduto lasciando però libera la consumazione a chi resterà in piedi al bancone.
Contraria la destra per quanto riguarda l'utilizzo del green pass per i mezzi pubblici. L'unica certezza a riguardo è che se prenderà piede una misura del genere questo non accadrà prima di settembre.
Quando scatta la zona gialla
Ci sarà un confronto tra i presidenti delle Regioni e il governo ma l'intenzione di tutti al momento è quella di lasciare aperto il più possibile ed evitare che la curva epidemiologica salga in maniera tale da costringere alla fascia gialla.
Proprio per questo motivo cosa conterà maggiormente per il passaggio da zona bianca a gialla, al posto dei contagi, saranno il numero di ricoveri in area medica e terapia intensiva. Qualora i reparti ordinari supereranno il 10% dei posti letto occupati e le terapie intensive il 5% allora scatterà il passaggio di fascia.
L'intenzione di
lasciare aperto il più possibile è dimostrata anche dal fatto che in quattro regioni è stata superata l'incidenza dei 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti ma, nonostante ciò, il prossimo lunedì nessuno cambierà fascia.
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