Grosseto, migranti a lavoro nell'area archeologica ma il sindaco dice no: "Prima vengano altri"

Il sindaco di Grosseto va contro l'accordo stipulato nel comune toscano secondo cui i migranti devono occuparsi di pulire e sorvegliare l'area archeologica di Roselle

Grosseto, migranti a lavoro nell'area archeologica ma il sindaco dice no: "Prima vengano altri"

Accesa polemica a Grosseto dopo l'accordo tra prefettura e soprintendenza dei Beni artistici e culturali su una ventina di migranti che saranno impegnati per compiti di pulizia e sorveglianza all'interno degli scavi archeologici di Roselle, un sito molto visitato.

Il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, però, non sembra d'accordo e ha commentato l'intesa su internet: "Il percorso che inizia oggi tra Prefettura e Soprintendenza - scrive il sindaco - ci preoccupa: pur consapevoli dell'importanza di tutelare il nostro patrimonio archeologico e del valore fondamentale del sito di Roselle, l'utilizzo dei richiedenti asilo sotto qualsiasi forma, anche quella che può sembrare lodevole, è un gesto pericoloso che, secondo noi, legittima sul nostro territorio la presenza di migranti economici. E bene ricordare che una minima percentuale dei richiedenti asilo risulta avere i requisiti per esserlo effettivamente, ma rimane comunque poi sul territorio, alimentando inevitabilmente criminalità e disagio sociale".

Come riporta La Nazione, il sindaco ha poi indicato chi avrebbe potuto essere impiegato in quell'area: "Altre scelte potevano avere priorità andando a vantaggio del recupero dei detenuti delle nostre carceri, ad esempio, come da noi proposto mesi fa, di tante associazioni volontaristiche o dei nostri giovani. Il pensiero corre inevitabilmente infatti ai nostri brillanti studenti di archeologia, per i quali al contrario non si trovano risorse per l’inserimento nel mondo del lavoro e il giusto riconoscimento della professionalità. Perché un conto è tutelare chi giustamente fugge dalla tragicità della guerra, altro è condividere la politica migratoria scellerata di un governo centrale che, di fatto, sostiene il traffico degli uomini verso il nostro Paese, ponendo le basi per pericolosi disequilibri sociali, demografici e ed economici.

La mia Amministrazione, che non è stata coinvolta - né tanto meno informata - nella genesi del Protocollo tra prefettura e soprintendenza, è concettualmente contraria al contenuto di quel documento e alle sue implicazioni".

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