La guerra del pomodoro, Puglia e Campania in trincea

Secondo i dati Istat la leadership indiscussa del settore spetta a Foggia che dice no al marchio Igp di Napoli

La guerra del pomodoro, Puglia e Campania in trincea

Dopo la mozzarella, è guerra all'ultimo pomodoro tra Napoli e Foggia. Si apre un nuovo scontro nella filiera dell'agroalimentare. La contesa dei due capoluoghi è in realtà regionale: Puglia contro Campania. Dopo la mozzarella, lo scontro è sul pomodoro, simbolo per entrambe. E’ il conosciutissimo “pelato” l’oggetto del contendere. Tutto è partito dalla richiesta di registrazione dell’indicazione geografica protetta (Igp) del "Pomodoro Pelato Napoli" presentata al ministero delle Politiche agricole e alimentari. La domanda ha mandato su tutte le furie i produttori di pomodori pugliesi che si opporranno alla richiesta napoletana. Insomma, "La Puglia agricola cresce in termini di quantità e qualità", come ha sottolineato di recente Leonardo Di Gioia, l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia. E non accetta di essere superata dalla concorrenza della Campania che finirebbe per penalizzare il settore agroalimentare pugliese. Come emerge da alcune fonti di stampa, secondo i dati Istat in Puglia sono stati prodotti 17 milioni 424 mila quintali di pomodori su una superficie di 19 mila 630 ettari, mentre in Campania 2 milioni 388 mila 780 su una superficie di 3 mila 793. I numeri parlano chiaro.

La zona in cui si produce principalmente pomodoro è quella dauna - Foggia e provincia - e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale con una superficie media annua di 17 mila ettari e una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 16 milioni 150 mila quintali.

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