"Faccio fatica ad ammetterlo, ma mi ero sbagliato sui contagi". Anche il virologo Pier Luigi Lopalco, responsabile della task force pugliese per il Covid, fa marcia indietro sui numeri dell'epidemia e su Facebook ammette: "Non è vero che il 99 % degli italiani ha contratto l'epidemia".
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. A emergenza quasi finita, l'epidemiologo ritorna sui suoi passi ravvedendosi di alcune affermazioni precedenti sul trend infettivo. Se fino a qualche tempo fa, infatti, sosteneva che il virus non si fosse ''rabbonito'', adesso Lopalco molla la presa: "La quota di suscettibili al Sud è superiore al 99% - afferma in un post -in Puglia è il 99,1%. Al Nord solo la Lombardia si discosta sensibilmente dalla media nazionale ma sempre con un limitatissimo 7,5%. Il 97,5% degli italiani non ha mai incontrato il virus''.
Un dietrofront decisamente inaspettato, su cui hanno inciso i risultati preliminari dell’indagine svolta dal Ministero della Salute in collaborazione con la Croce Rossa Italiana e l’Istat su un campione di 64.660 persone. Secondo la ricerca, il 2,5% degli italiani è entrato in contatto con il virus, pari, cioè, ad un milione e 482 mila persone. Dai dati, infatti, emerge che è forte la differenza territoriale che conferma la Lombardia al primo posto per numero di persone positive al virus (7,5 %), mentre tutte le altre Regioni del Sud sono al di sotto dell’1%.
"Difficile crederlo - scrive ancora il virologo - ma la prima ondata di Covid-19 in Italia altro non è stata che una breve passeggiata del virus in una porzione limitatissima di popolazione". L’epidemiologo, nei giorni scorsi al centro di un accesissimo dibattito politico circa una possibile candidatura alle prossime elezioni regionali, poi aggiunge: "In Italia i casi di infezione sono stati in tutto 1,5 milioni. Questo vuol dire che il sistema di sorveglianza (i famigerati tamponi) hanno individuato un caso su 6. Per un sistema di sorveglianza del genere, cioè basato su conferma di laboratorio, è un’ottima performance. La letalità stimata sul totale delle infezioni è del 2,3% e lo spauracchio degli asintomatici che appestano il mondo deve essere un pò rivisto. Si mette la parola fine su un’altra querelle: il coronavirus non si trasmette per aerosol, altrimenti avremmo avuto dati di prevalenza a due cifre. Il virus ha ancora praterie di suscettibili da infettare, come direbbe Raffaella Carrà, da Trieste in giù"
Il virologo conclude poi con una ulteriore precisazione: "Il Covid-19 non ha niente a che vedere con l’influenza, - spiega - che è molto più contagiosa e molto meno letale. Si può mantenere sotto controllo con un attento controllo dei focolai e l’individuazione precoce dei super-diffusori.
E con un briciolo di buonsenso da parte dei cittadini che, a fronte della protezione della salute propria e dei propri cari, devono fare dei minimi sforzi: evitare luoghi affollati, lavarsi le mani e mettere la mascherina quando serve".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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