"Ho battuto la burocrazia: basta parrucche, sono ufficialmente calva"

Maria Grazia Benvenuto, genovese di 55 anni, soffre di una rara forma di alopecia. Nel rinnovare la carta d'identità ha presentato una foto con indosso un foulard. "Si può solo per motivi religiosi, indossi una parrucca". Poi il lieto fine

"Ho battuto la burocrazia: basta parrucche, sono ufficialmente calva"

"Scrivo questo post non per parlare di me, ma di una piccola storia di diritti, argomento che mi sta molto a cuore". Comincia così il post pubblicato su Facebook da Maria Grazia Benvenuto. 55 anni, ostetrica genovese con marito e due figli, la donna ha voluto raccontare un'ordinaria storia di lotta contro i formalismi della burocrazia. Affetta da alopecia dall'età di 20 anni, di recente ha abbandonato la parrucca per un foulard. Nel rinnovare la carta d'identità, ha portato in Comune una foto con la testa coperta. "Si può solo per motivi religiosi", la risposta deistaccata dei funzionari. Ma alla fine Maria Grazia ce l'ha fatta.

"Da oggi sono ufficialmente calva. Ufficialmente in senso burocratico, la carta di identità lo dichiara". La storia di Maria Grazia è un esempio per chi non si arrende di fronte alle insensatezze di una certa burocrazia. La donna, un'ostetrica genovese, ha raccontato sui social di avere deciso di buttare via le parrucche (indossate negli anni per nascondere la calvizie dovuta a una forma grave di alopecia) e sostituirle con una bandana. "Quando mi sono presentata in Comune a Genova per il rinnovo del documento, ho chiesto se potevo fornire una foto con bandana, forse il mio look estivo più comune ormai", ha scritto su Facebook per raccontare a tutti una storia di ordinaria burocrazia italiana. L'impiegato è stato irremovibile: "Niente da fare".

La legge italiana, infatti, consente alle donne di farsi fotografare sulla carta d'identità con il capo coperto soltanto per motivi religiosi, non di salute. "Niente copricapi: solo per motivi religiosi. Quindi o sei suora o musulmana o sennò... ciccia. Preciso subito che sono contenta che almeno i diritti di suore e musulmane vengano riconosciuti, non ne voglio fare una guerra santa, lungi da me. Ma ...", scriveva lo scorso 7 agosto su Facebook Maria Grazia, sconsolata. Ecco che però, nel giro di un mese, la sua pratica è stata riesaminata. Gli uffici del Comune hanno scoperto che il Ministero dell'Interno aveva dato indicazione di accettare anche casi come il suo. "Ringrazio la signora Benvenuto perché il suo caso ci ha fatto riflettere e riorientare il nostro comportamento - dice a Repubblica Fernanda Gollo, responsabile dei servizi civici del Comune di Genova - il Ministero aveva dato indicazioni di accettare le carte di identità anche con il capo coperto, purché con il viso visibile".

Maria Grazia, dopo essere stata costretta a rinnovare la sua carta d'identità completamente calva, potrà così rifarla a costo zero (e con il capo coperto dal suo amato foulard).

Il 6 settembre ha scritto felice: "Anche i motivi di salute sono contemplati tra quelli che consentono alle persone - uomini e donne - di fornire una foto come si vuole, mantenendo le caratteristiche del volto scoperto e riconoscibile. Questo dice il sito del Ministero dell'Interno, i Comuni devono aggiornare l'informativa, quindi se avete voglia di nuovo, fate girare nei Comuni di appartenenza. Non è necessario fornire alcun certificato medico".

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