L'ira di Ghali contro Matteo Salvini allo stadio San Siro di Milano ha sollevato un polverone. Non è ben chiaro cosa sia successo tra i due, Dagospia ha ricostruito quanto accaduto, spiegando che tutto sarebbe nato perché il leader della Lega ha esultato al gol milanista. "Buffone, tu che cazzo esulti? Ha segnato un negro. Un negro come me, come tanti e come tanti di quelli che tu fai morire in mare! Vergognati!", ha urlato Ghali all'indirizzo di Matteo Salvini che, invece di reagire, ha scelto la via della quasi indifferenza.
Le reazioni non si sono fatte attendere. I due protagonisti hanno preferito non commentare quanto accaduto per tutta la giornata. A Quarta Repubblica, il senatore ha risposto al conduttore sulla vicenda, anche perché nel frattempo è intervenuto anche il rapper Jake La Furia: "Tralasciando le buone maniere io avrei fatto la stessa cosa. Salvini deve andare a rubare. Per quanto mi riguarda io lo avrei insultato e mi spiace non esserci stato. Sono contro qualsiasi cosa Salvini pensi. Ognuno deve ricevere quello che dà. Salvini dice delle cose agghiaccianti a tutto il paese senza preoccuparsi di ferire le persone che sono colpite dalle sue parole".
Poi ha proseguito: "Si dice ‘chi semina vento raccoglie tempesta’. Se tu apri la bocca spesso e volentieri per ferire delle categorie, può essere che quelle categorie quando le incontri non se la tengano. Se io fossi Ghali e incontrassi la persona che dice che tutti quelli che vengono dal mio Paese sono dei ladri, che tutti quelli che vengono dal mio paese sono degli spacciatori, che tutti quelli che vengono dal mio paese non possono essere italiani, se ne devono tornare a casa, forse non se l'è tenuta".
Matteo Salvini, quindi, ha commentato: "Attaccato da Ghali allo stadio? Io non conoscevo il signor Ghali o Jake la Furia, sarò vecchio ma preferisco De Andrè, De Gregori, Battisti, fatto sta che ieri ero in un momento di tranquillità con mio figlio allo stadio e sono stato assalito da questo Ghali che quando il Milan ha segnato mi ha urlato assassino, fascista.
Io poi ho invitato questi signori a bersi un caffè, spero si rilassino". Quindi, il premier ha concluso: "Dopo quello che abbiamo attraversato con il Covid questo è il momento del 'peace and love' non è il momento di litigare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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