I contagi crescono, ma la movida a Ischia non si ferma

Incuranti dei divieti, e sopratutto dell'aumento dei contagi centinaia di giovani si sono radunati nella zona dei "Barretti" a Forio (Ischia) uniche assenti le mascherine di protezione

I contagi crescono, ma la movida a Ischia non si ferma

Nessun distanziamento, nessuna mascherina, nessuno scrupolo per i divieti di assembramento. Il giovedì sera di Forio, una frazione di Ischia, sembra essere andato contro tutte le regole, o meglio sembra non averne mai sentito parlare almeno a guardare le impressionanti immagini di centinaia di giovani ammassati nella zona dei “Barretti” nel “giovedì foriano”,.

Nonostante oggi gli infetti in Italia hanno raggiunto quasi la quota di mille unità, tutto questo non sembra riguardare almeno una parte della popolazione che ha deciso divertirsi sopra ogni cosa anche la salute o il pericolo di infettare altra gente facendogli potenzialmente rischiare la vita.

Soltanto domenica scorsa il governo aveva dato lo stop ai locali da ballo, l’obbligo delle mascherine nei luoghi della movida dalle ore 18 alle 6 anche all’aperto, ma questo sembra essere servito a molto poco. Il problema non sono solo le discoteche, non sono soltanto i locali, sono fondamentalmente le leggi che non vengono poi supportate dai controlli. L’enorme folla dei giovani desiderosi di divertimento, si è riversata nei locali all’aperto creando assembramenti pericolosi per la diffusione del Covid i cui numeri stanno raggiungendo cifre dei mesi scorsi quando era stato imposto il lockdown.

Quale è la motivazione che spinge questi giovani al divertimento a tutti i costi? Principalmente la negazione dell’esistenza del virus e l’assoluta sicurezza che, vista la giovane età, le conseguenze in caso di contagio non sarebbero così gravi come magari quelle di un adulto o di un anziano.

Cifre alla mano comunque, l’età degli infettati si è molto abbassata, rispetto agli inizi della pandemia dove l’età media si aggirava intorno ai 65 anni e quasi tutti con patologie pregresse. Ora invece le cose sono cambiate abbassando e anche di molto l’età degli infetti che finiscono in ospedale. Sono di pochi giorni fa le notizie della dimissione di un 15enne nell’ospedale di Padova e di una bambina di sei anni intubata in terapia intensiva.

Per fortuna arrivano anche le buone notizie di una mutazione del covid-19 riscontrata negli ex epicentri della pandemia, che lo farebbe risultare più pericoloso ma meno mortale. Lo sottolinea Paul Tambyah, consulente senior presso l’Università Nazionale di Singapore.

Lo studioso sottolinea che è l’evoluzione naturale per i virus diventare meno virulenti mentre mutano, nel tentativo di sopravvivere a lungo termine; se uccidono i loro ospiti troppo rapidamente, i virus tendono a non durare troppo a lungo in natura. “È nell’interesse del virus infettare più persone ma non ucciderle, perché un virus dipende dall’ospite per il cibo e per il riparo”, ha spiegato Tambyah.

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