I "designati" di Emiliano a capo di Asl inesistenti

La giunta Emiliano designa i commissari a capo di enti sanitari da istituire. Per Fratelli d'Italia si tratta di nomine illegittime

I "designati" di Emiliano a capo di Asl inesistenti

Designati dal governo Emiliano a capo di Asl inesistenti, i commissari individuati e ufficializzati la settimana scorsa sul sito della Regione Puglia, sarebbero per Fratelli di Italia illegittimi perché in contrasto con la legge dello Stato. Per questo il capogruppo regionale del partito della Meloni Ignazio Zullo ha scritto un'interrogazione al presidente Emiliano e per conoscenza a Draghi e ai ministri Speranza (salute) e Gelmini (affari regionali), per chiedere lumi sulla legittimità giuridica delle investiture.

Zullo cita il decreto legislativo 502/92 e fa riferimento all'ospedale nuovo di Taranto "San Cataldo", nuova azienda ospedaliera da istituire e a capo della quale é stato già designato commissario il tarantino Michele Pelillo, deputato nel Pd e sostenitore di Rinaldo Melucci alla corsa per sindaco di Taranto. L'ospedale é in fase di costruzione e come ci ha riferito pochi giorni fa il direttore generale uscente dell'Asl jonica Stefano Rossi, attualmente ci sono cinque cantieri aperti con personale che lavora su tre turni per poter consegnare il plesso ad aprile 2022. Non solo, ma Zullo ci fa notare che una volta realizzato il presidio ospedaliero occorrerà avviare le procedure per l'acquisto di arredi, attrezzature diagnostiche, per l'assunzione di personale, per cui prima di due, tre anni non si potrà avere l'ospedale in attività. Eppure la giunta di Emiliano ha designato già un commissario prima ancora che l'edificio venga costruito, nonostante il decreto 502/92 stabilisca tra i requisti di un'azienda ospedaliera il possesso di un patrimonio immobiliare idoneo a garantire l'assistenza e le prestazioni medico-sanitarie, cosa che non può avere ad oggi il "San Cataldo" di Taranto.

Situazione simile anche a Lecce, dove il già esistente ospedale "Vito Fazzi" dovrà presto diventare un'azienda autonoma dall'attuale Asl salentina, anche in questo caso prima ancora che il presidio sia indipendente, il governo pugliese ha designato un commissario nella persona di Stefano Rossi, direttore generale uscente dell'Asl tarantina. Lo stesso manager però ci ha riferito che gli incarichi commissariali sono in realtà investiture a sei mesi, per affidare il compito di avviare tutte le procedure necessarie alla realizzazione degli degli enti istituendi. Per il capogruppo pugliese di Fratelli di Italia invece, si tratta di un modo per moltiplicare le poltrone alla corte di Emiliano.

Anche le due neo aziende sanitarie regionali - quella di prevenzione e quella denominata zero - sono ancora da istituire. Eppure come nei casi precedenti, il governatore della Puglia e la sua giunta hanno individuato i rispettivi commissari. Per la prima, deputata ad accentrare a sè tutta l'attività di prevenzione delle sette Asl pugliesi, é stato incaricato il lucano Pietro Quinto ex direttore generale dell'Asl di Matera, lasciata in seguito all'inchiesta sulla sanitopoli lucana in cui Quinto é stato coinvolto e che ha visto la caduta dell'allora presidente della regione Marcello Pittella. Quanto all'Asl pugliese zero sarà Giuseppe Pasqualone, già direttore dell'azienda sanitaria brindisina, a prenderne le redini, con la funzione di accentrare nell'ente regionale l'amministrazione e la gestione di acquisti di beni e servizi delle varie Asl della Puglia.

Ignazio Zullo nell'interrogazione inviata anche al premier, muove le sue perplessità citando sempre il decreto legislativo 502/92 e in partcolare l'articolo 7-bis che recita testualmente che il dipartimento di prevenzione è unità operativa dell'azienda sanitaria locale. Per l'esponente di Fratelli di Italia non sarebbe lecito affidare a enti terzi ciò che è di competenza propria di un'Asl. Sull'istituzione invece di un'azienda sanitaria regionale zero, Ignazio Zullo pone una questione di opportunità. La legge - dice al IlGiornale.

it - non vieta espressamente l'esistenza di un'Asl regionale, resta tuttavia il fatto che il decreto 502/92 riconosce un'autonomia alle aziende sanitarie locali nella gestione e organizazzione delle attività, che rischia di essere fortemente limitata con l'istituzione di un ente regionale chiamato a gestire tutti gli acquisti e gli appalti per le sette aziende sanitarie pugliesi.

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